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Libia, Farnesina conferma: liberati nella notte gli ostaggi Calonego e Cacace

I due italiani, sequestrati insieme a un cittadino canadese, hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di questa mattina con un volo dedicato

Pubblicato:05-11-2016 11:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:15

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ROMA – I due tecnici italiani della società Conicos, Danilo Calonego e Bruno Cacace, e il cittadino canadese Frank Poccia, sono stati liberati questa notte nel sud della Libia e hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di questa mattina con un volo dedicato. La conferma arriva dalla Farnesina.

Come si legge in una nota diffusa dal Ministero degli Esteri, la vicenda si è conclusa grazie alla efficace collaborazione delle autorità locali libiche. Calonego, Cacace e Poccia erano stati sequestrati a Ghat il 19 settembre scorso nei pressi del cantiere dove lavoravano da un gruppo armato che aveva bloccato la vettura sulla quale viaggiavano.

SORELLA CACACE: SIAMO FELICISSIMI ASPETTIAMO SOLO CHE TORNI

“Siamo felicissimi tutti quanti. Abbiamo appreso la notizia tramite la televisione, mi ha avvisato mia figlia, poi la Farnesina ha avvisato mio fratello. Siamo molto emozionati. Ci abbiamo sempre creduto che si sarebbe risolto tutto, aspettiamo solo che torni”. Così ai microfoni di Sky TG24, Ileana Cacace, sorella del tecnico italiano, Bruno, rilasciato oggi insieme a Danilo Calonego e al canadese Frank Poccia, con cui era stato rapito in Libia il 19 settembre scorso.


PINOTTI: BELLISSIMA NOTIZIA LIBERI CALONEGO E CACACE

Roberta Pinotti“Una notizia bellissima, l’ho appresa stamani prestissimo, e mi sono immediatamente congratulata con tutti quelli che hanno operato per questa liberazione”. Lo afferma il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, commentando la liberazione di Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due tecnici italiani rapiti in Libia. “C’è stato un lavoro importante di uno Stato che c’è- ricorda il ministro, stamane a margine della 7° edizione della Leopolda- e che a supporto di tutte le difficoltà cerca di dare il meglio di sé. Lo facciamo nel terremoto, è stato fatto anche in questo caso”.

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