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BOLOGNA – Si chiamava Attilio Franzini, 47 anni, e viveva a Formia, l’operaio investito e ucciso da un intercity sulla Bologna-Venezia a San Giorgio di Piano nel bolognese, ieri nella primissima mattinata. Tanti i messaggi di cordoglio e immancabili le grida di allarme lanciate dai sindacati per l’uomo che ha perso tragicamente la vita mentre lavorava sui binari: era dipendente di una ditta appaltatrice per conto di Rfi.
Le indagini sono in corso, ma intanto la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti e coordina la polizia ferroviaria e i tecnici dell’Asl bolognese che hanno fatto un sopralluogo. L’obiettivo è capire la dinamica dell’incidente: se qualcosa non abbia funzionato nei sistemi di sicurezza e nelle comunicazioni o se possa esserci stato qualche tipo di errore, punti su cui anche la famiglia del 47enne chiede chiarezza. “C’è un’indagine della procura di Bologna per far luce su una tragedia che ha colpito l’intera comunità. Probabilmente c’è stato un cortocircuito nell’area cantiere, e questo sarà la magistratura a chiarirlo”, ha infatti commentato l’avvocato Giovanni Valerio, legale della famiglia di Attilio Franzini.
Mentre Rfi affida a una nota ufficiale il proprio cordoglio e una precisazione: “La dinamica di quanto accaduto è al vaglio delle autorità competenti, alle quali Rfi sta offrendo la più ampia collaborazione. Da una prima ricostruzione, per cause ancora da accertare, al momento dell’investimento il tecnico si sarebbe spostato al di fuori dell’area interessata dalle lavorazioni”.
Nel frattempo l’Unione sindacale di base- Attività Ferroviarie- annuncia uno sciopero per l’intera giornata di mercoledì prossimo, 9 ottobre, della manutenzione e infrastrutture “per fermare la strage di ferrovieri e per rilanciare una ferrovia pubblica, sicura ed efficiente”.
E denuncia: “Ancora sangue e morte dei lavoratori sui cantieri di Rfi; ancora le ormai insopportabili frasi di circostanza e di scarico di responsabilità da parte del committente e della dirigenza societaria che vuole far passare questa strage continuata come effetto di improvvidi comportamenti di lavoratori stessi che eludono le norme di sicurezza: Basta con questa infinita ipocrisia e basta con la mistificazione!”, riporta la nota di Usb.
“Le reali cause degli infortuni gravi, gravissimi e mortali, sui cantieri ferroviari sono da attribuire a una visione di impresa che ha banalizzato la specificità dei rischi nel settore ferroviario e preteso di applicare modalità di gestione delle attività non compatibili con la delicatezza di queste operazioni a scapito della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori interessati”, spiega la nota.
“La logica privatistica agita attraverso la catena più volte da noi denunciata degli appalti, dei subappalti e dei sub-subappalti, adottata da RFI, ha dimostrato da tempo la sua micidiale portata di attacco alle condizioni di lavoro nel settore, con orari notturni insopportabili e tempi di riposo costantemente erosi dalle pretese produttive delle imprese appaltatrici- continua la nota- Tutto ciò sta creando un circuito vizioso che ha trascinato verso il basso lo stesso impianto normativo e di prassi applicato ai ferrovieri del settore stesso”.
E prosegue: “Questa stessa logica sta riversando i suoi nefasti effetti anche sulla garanzia di sicurezza dovuta per il servizio ferroviario provocando la tremenda somma di morti, tra viaggiatori e lavoratori, sparsi nel Paese: da Viareggio a quello di oggi a San Giorgio di Piano, passando per Pioltello, per Livraga, per Brandizzo (a un mese dal primo anniversario), per Corigliano Calabro- prosegue la nota- Per questo non bastano le lacrime o le parole di circostanza ma serve ripensare l’intero sistema di trasporto ferroviario, reduce da mesi molto difficili per i lavoratori e i passeggeri, rimettendo al centro la sua specificità, la salute e la sicurezza e gli interessi di chi ci lavora e di chi viaggia”.
“Gli unici che sembrano non accorgersene sono il ministro Salvini e gli amministratori delegati e i massimi dirigenti del Gruppo Ferrovie dello Stato che invece di assumersi la responsabilità che gli compete, preferiscono nascondersi dietro alibi, scuse e chiodi piantati male- conclude la nota- Per questo occorre che il parlamento discuta e approvi il disegno di legge presentato per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e per il rafforzamento del ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicureza (RLS). I ferrovieri risponderanno come sanno fare: sciopero intera giornata il 9 ottobre della manutenzione e infrastrutture per fermare la strage di ferrovieri e per rilanciare una ferrovia pubblica, sicura ed efficiente”.
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