NEWS:

Ci toccherà un campione del mondo di Formula 1 sub iudice ogni anno?

Il tanto atteso verdetto sul budget cap 2021 non è arrivato: se ne riparla il 10 ottobre, ha detto la Fia

Pubblicato:05-10-2022 18:36
Ultimo aggiornamento:05-10-2022 18:38

Red Bull Formula 1
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Quando domenica scorsa la Fia ha lasciato per ore Sergio Perez, Charles Leclerc e milioni di fan in tutto il mondo col dubbio che la bandiera a scacchi non avesse davvero chiuso il Gp di Singapore, stava facendo solo le prove, in piccolo, della Formula Uno cui toccherà abituarci. Quella dei verdetti sub iudice. Delle attese infinite. Dei rinvii a data da destinarsi. Del vincitore del Mondiale stampato sull’albo d’oro con un grosso asterisco di fianco: campione sì, ma solo se l’anno prossimo avrà ottenuto il certificato di conformità finanziaria.

Il verdetto sul rispetto del budget cap 2021 – tanto atteso per le possibili implicazioni di una eventuale sanzione alla Red Bull – non è arrivato neppure oggi: se ne riparla il 10 ottobre, ha detto la Fia.

Nell’attesa però resta intatto l’impianto burocratico che anche per il futuro terrà in standby i risultati sportivi, disinnescandoli grazie ad un regolamento pervasivo al limite del kafkiano. Al di là della questione ancora irrisolta per il Mondiale 2021, lo schema ormai è chiaro: chi vincerà il Mondiale dovrà poi aspettare altri 10 mesi per vedersi vidimata la vittoria con la conformità economica. Il Mondiale di F1 rischia di diventare una gara di revisione contabile, in appendice a quella in pista.


Era un risvolto prevedibile. I team di F1 sono costruiti per trovare scappatoie nei regolamenti tecnici. Perché non dovrebbero applicare esattamente lo stesso approccio ai regolamenti finanziari? Spingersi fino al limite, oltrepassarlo un po’ e scoprire se si riesce a farla franca: è la natura evolutiva di uno sport prototipale. Ed è in parte il motivo per cui un tetto massimo di budget non era mai stato introdotto con Max Mosley e Bernie Ecclestone: perché è sempre stato ritenuto impossibile da controllare.

Il già paranoico mondo dei motori è diventato ancora più attento alle mosse altrui. Il chiacchiericcio nei paddock viene alimentato dalle accuse incrociate, e dalle delazioni tattiche. E’ complesso star dietro alla “dieta” finanziaria di strutture di proprietà l’una diversa dall’altra: alcune squadre fanno parte di società enormi, altre sono più “artigianali”, applicare le regole in modo coerente in un contesto così variegato è un’impresa.

La Fia nel frattempo, appesantita da un sistema di regole scritte male e sempre peggio interpretate, ha preso a muoversi con una farraginosità a tratti imbarazzante. Nell’ultimo mese ha messo in fila una serie di figuracce quasi epocali: la griglia di Monza ricalcolata per 5 ore, l’utilizzo a vanvera della Safety car, e in ultimo la semi-penalizzazione di Perez a Singapore tre ore dopo la fine del Gp. In un contesto così, il rinvio del verdetto sul budget cap è perfettamente coerente. La Formula Uno dei giudici va piano, pianissimo.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it