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Don Semehen: “Sabato ‘Facciamo pace’, la festa dei bambini alla basilica ucraina di Roma

Il rettore di Santa Sofia: "L'accoglienza è una sfida ma nazioni diverse possono vivere insieme bene"

Pubblicato:05-10-2022 15:06
Ultimo aggiornamento:05-10-2022 15:38

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ROMA – “Vogliamo testimoniare che persone di nazionalità diverse possono vivere bene insieme; e a portare questo messaggio saranno i bambini, che sono il nostro futuro”. Con l’agenzia Dire parla don Marco Semehen, rettore della basilica ucraina di Santa Sofia a Roma, dove sabato si terranno gli incontri e i giochi di ‘Facciamo pace’.

APPUNTAMENTO SABATO ALLA BASILICA DI VIA DI BOCCEA

Per il nome dell’iniziativa, in programma alle 16.30 in via di Boccea 478, è stato scelto un appello che è anche un impegno. “Non ci saranno solo bambini ucraini perché sarà la festa dell’accoglienza” spiega don Semehen. “Con loro ci saranno coetanei di altre nazionalità, per un pomeriggio di condivisione, spensieratezza e anche sorprese”.
Secondo il rettore, a partecipare saranno centinaia di minori in provenienza da più Paesi e continenti. “Non abbiamo fatto inviti specifici e non abbiamo elenchi di nazionalità” riprende don Semehen. “Aspettiamo tutti i bambini sfollati, rifugiati o messi ai margini insieme con le loro famiglie”.
‘Facciamo pace’ è organizzata dall’associazione religiosa Santa Sofia insieme con l’ente morale Tabor e Lux Holding. Ad animare il pomeriggio, stando agli organizzatori, dovrebbero essere circa 500 bambini originari dell’Ucraina e 500 provenienti da altri Paesi.
I partecipanti saranno coinvolti in giochi e attività creative, coordinate dal direttore artistico Piero Zinna. Previsti spettacoli con i personaggi dei cartoni animati Disney e colonne sonore dei film intonate da una banda di 50 elementi.

L’INVERNO IN ARRIVO

Saranno ore di svago, segnate però dall’esigenza di costruire la pace e garantire l’accoglienza alle persone fuggite da Paesi in conflitto. “In Ucraina si sta avvicinando l’inverno, che sarà freddo e duro” avverte don Semehen. “Stiamo raccogliendo sacchi a pelo, vestiti pesanti e medicinali di base come la tachipirina, in particolare per le località che erano passate sotto il controllo dalla Russia e che ora sono in miseria”.
Secondo il rettore di Santa Sofia, l’allungarsi dei tempi della guerra e le difficoltà di un negoziato pongono nuove sfide anche in Italia e a Roma. “Ci si interroga su cosa sarà dei permessi di soggiorno di protezione temporanea e poi del riconoscimento dei titoli di studio di chi ha conseguito il diploma in Ucraina” sottolinea don Semehen. “Un altro problema riguarda sempre l’istruzione, con l’accoglienza nelle scuole che qualche volta incontra difficoltà”.


LA COMUNITA’ UCRAINA IN ITALIA

Le persone di origine ucraina stabilmente residenti in Italia sono circa 236mila. A queste, stando a dati della Protezione civile, dopo l’inizio dell’offensiva militare della Russia a febbraio se ne sono aggiunte circa 154mila.

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