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Fichi d’India, Max Cavallari si commuove ricordando Bruno Arena: “Ha spento la Luna. Ma io la riaccendo”

A Le Iene, l'artista ha ricordato l'amico e collega di una vita recentemente scomparso, con cui ha condiviso la favola dei Fichi d'India

Pubblicato:05-10-2022 14:50
Ultimo aggiornamento:05-10-2022 14:50

max cavallari
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ROMA – Non è riuscito a trattenere la commozione Max Cavallari, che ieri sera, durante il programma Le Iene ha ricordato l’amico e collega di una vita Bruno Arena, recentemente scomparso e con il quale ha condiviso la “favola dei Fichi d’India”.

“Ci siamo conosciuti all’oratorio di Varese. Bruno mi diceva: ‘non rompere la palle, tu non giochi'”. Inizia così, il discorso di Cavallari, impregnato di dolore. “Eravamo completamente diversi, ché lui per esempio amava lo sport e io il giardinaggio, lui i primi e io i secondi, lui andava in bicicletta e a me piacevano le macchine d’epoca”. Poi il racconto sui primi guadagni: “Mi ricordo che agli inizi ci pagavano talmente poco che andavamo a Roma a fare uno spettacolo per 600mila lire e ne spendevamo 1200 e Bruno tornava a casa e faceva il bancomat per far vedere alla moglie che guadagnavamo. Abbiamo lavorato con i grandi, con Proietti, con Benigni, abbiamo lavorato con tutti premi Oscar ed è stata una bella favola”.

Poi il ricordo del periodo buio, quello della malattia e dei sogni infranti: “Quando lui è andato in coma io mi sono un po’ chiuso, non volevo fare più niente, ma i fan mi sono venuti a cercare per dirmi di continuare perché I Fichi non erano finiti e allora Bruno mi ha guardato negli occhi, perché noi solo con lo sguardo ci capivamo, e mi ha detto di andare avanti. Ho preso le parrucche, le mie valigie e ho ricominciato. Poi gli ho detto di non spegnere la luna, lui l’ha spenta però io la riaccendo“. 


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