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Il professor Galli e altri 16 docenti indagati per concorsi pilotati all’università

Contestata l'associazione a delinquere per alcuni bandi pilotati alla Statale di Milano e all'ospedale Sacco

Pubblicato:05-10-2021 19:11
Ultimo aggiornamento:05-10-2021 19:12

massimo galli
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ROMA – “Nessuno dei candidati esclusi dai concorsi truccati ha mai presentato denuncia o fatto esposti. L’indagine è nata invece dalla denuncia di alcuni studenti ai quali dei millantatori, che dicevano di essere docenti universitari, hanno promesso il superamento del test alla facoltà di odontoiatria all’università di Milano, dietro pagamento di denaro. Da questa indagine, che ci ha dipanato alcuni meccanismi, siamo giunti ad individuare gli altri profili, tra cui diversi professori universitari, ovvero i promotori dell’organizzazione, tra questi anche i decani dell’università che condizionavano i concorsi, creandone su misura per i ricercatori e i docenti favoriti e scoraggiando i candidati che non erano graditi”. Così il tenente colonnello dei Nas di Milano, Salvatore Pignatelli, spiega alla ‘Dire’ come il nucleo antisofisticazione e sanità del capoluogo lombardo è arrivato, con la Procura di Milano, ad indagare 17 docenti della Statale di Milano, e sette in altri atenei italiani: uno a Bicocca, un docente all’università di Pavia, Tor Vergata, Sapienza di Roma, Torino, Palermo. Con loro anche cinque ricercatori, i cosiddetti ‘candidati favoriti’ che hanno ottenuto contratti.

Un sistema di “condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e professore ordinario all’interno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università degli studi di Milano”, come riporta il decreto di perquisizione della Procura, che rientra nell’inchiesta dal nome ‘Laurus’, che vede indagati, tra gli altri, il primario di malattie infettive dell’Ospedale Sacco-Fatebenefratelli Massimo Galli e Massimo Andreoni, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive di Roma Tor Vergata, per reati di corruzione, turbativa d’asta, associazione a delinquere, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio.



“Questi docenti, promotori dell’iniziativa – spiega Pignatelli – facevano comprendere ai candidati che dovevano essere scoraggiati, che era opportuno che attendessero il proprio turno perché sarebbero stati ricompensati da altri incarichi, altre docenze in sostanza, per ruoli da ordinari e di seconda fascia”. Un vero e proprio ‘addomesticamento dei concorsi banditi‘, così lo ha definito la Procura. “E non c’è stata da parte dei candidati scoraggiati alcuna denuncia o esposto perché questi erano ricompensati; avevano anzi gratitudine nei confronti dell’organizzazione, tanto che si prestavano per fare anche loro da candidati per le commissioni esaminatrici al fine di far accedere altri ricercatori e docenti presso l’università”, sottolinea il tenente colonnello. Un sistema do ut des affinché nessuno si sentisse escluso.


Abbiamo acquisito le mail di 29 soggetti, gli indagati, la documentazione originale di tredici concorsi, condizionati dall’organizzazione che abbiamo evidenziato nell’indagine Laurus – prosegue Pignatelli – e poi una serie di documenti relativi alla attività connesse ai concorsi e agli incarichi successivi. L’indagine risale al marzo 2018 ma il materiale è concentrato nell’ultimo anno, poco meno di un anno e mezzo; tuttavia l’indagine non è ancora chiusa”, avverte il tenente colonnello dei Nas di Milano.


“Sono chiuse – continua Pignatelli – alcune posizioni nell’indagine, che vanno comunque integrate con i materiali acquisiti e gli elementi raccolti da marzo 2018 ad oggi. La posizione dei decani dell’università di Milano è aggravata dal numero di concorsi, dalla frequenza e dalla costanza delle attività poste in essere. Ogni volta che essi ipotizzavano una posizione per un loro candidato all’interno dell’università non c’è stata una sola volta in cui questi candidati non abbiano ottenuto quanto promesso“.


Da domani al via gli interrogatori, annuncia Pignatelli: “Inizieremo a sentire gli indagati, partendo però prima dai testimoni, è possibile anche che i concorsi sotto la lente, ad oggi 13, crescano di numero in base alla documentazione e ai riscontri investigativi ottenuti, ed è possibile che si arrivi ad altri concorsi, così come è possibile che ancora altre università siano coinvolte”, conclude il tenente colonnello.

ANDREONI: “NON NE SO NULLA, MA SONO TRANQUILLO”

“Innanzitutto ho avuto la notizia dalla stampa, perché non ne so assolutamente nulla. Stiamo parlando di una cosa di cui non sono informato. E questo è un fatto che, ovviamente, non fa particolarmente piacere, perché sapere le cose attraverso la stampa non è mai un fatto piacevole”. Così il professor Massimo Andreoni, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive di Roma Tor Vergata, commenta con la ‘Dire’ l’indagine sui concorsi universitari truccati secondo la Procura, in cui è indagato il primario di Malattie infettive del Sacco di Milano, Massimo Galli, per falso ideologico e turbativa d’asta, con altri 23 docenti, non solo nel capoluogo lombardo.


“Non so davvero ci cosa si stia parlando – prosegue – Io sono presidente del Collegio della Società italiana di Malattie Infettive e penso che negli ultimi cinque anni avrò fatto 10-15 concorsi almeno”. Andreoni si dice “assolutamente tranquillo, credo che queste cose siano molto frequenti perché nascono spesso da persone che rimangono insoddisfatte dal risultato dei concorsi. Ma tengo a sottolineare che sto parlando di una cosa che ignoro”. Il professore aggiunge poi di aver saputo “che c’è il mio nome tra quelli citati. Ne prendo atto ma non sapendo di cosa si stia parlando mi è sinceramente difficile anche commentarlo”.

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