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A Pescara polemiche per il giardino intitolato a Norma Cossetto

Nel 1943 venne violentata dai partigiani jugoslavi e poi gettata viva in una Foiba: "Ideologia ha usato tragedia per dire che ci sono stuprate di serie A e B"

Pubblicato:05-10-2020 13:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:00

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PESCARA – “Non si trattava certo di ideologia, ma l’ideologia ha utilizzato questa tragedia per dire che ci sono donne stuprate di serie A e di serie B e questo non ci piace”. Così all’agenzia Dire Donatella Bracali, vicepresidente provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Aanvgd), a margine della cerimonia con cui l’amministrazione di Pescara ha intitolato a Norma Cossetto i giardini di Piazza Italia, lo spazio antistante Palazzo di Città, in risposta alle polemiche nate attorno alla decisione di dedicarle uno spazio verde, arrivate anche da alcuni consiglieri d’opposizione, donne incluse.

Erano infatti stati i consiglieri comunali Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli a definire “inammissibile” il fatto “che la Giunta comunale celebrasse una fascista come Norma Cossetto e decidesse di intitolarle i giardini di piazza Italia. La sua è un’infamia, come tutti gli omicidi. Una morte ingiusta. Ma intitolare proprio a lei la piazza principale della città e cioè quella davanti alla casa dei cittadini, ovvero davanti al municipio è voler far passare un messaggio tra le righe“. Per Bracali quello lanciato è invece un messaggio universale.

Stuprata da 17 partigiani Jugoslavi del Maresciallo Tito per un giorno intero, seviziata e poi gettata viva in una Foiba nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 ad Antignana, quando aveva 23 anni, ha sottolineato nel corso del suo intervento, “Norma Cossetto è vittima di crimini e non di ideologie- ribadisce ancora alla Dire Bracali- anche se nel caso della povera Norma il crimine è stato anche il frutto di rabbia, odio, nazionalismi repressi e desiderio di rappresaglia esplosi in quel particolare momento storico-politico”.


“Norma – sottolinea Bracali – era una ragazza italiana, il suo desiderio era quello di laurearsi e completare la sua formazione. Quando le hanno imposto un cambiamento radicale e il tradimento della propria famiglia e la propria lingua, lei si è opposta. Tra i suoi aguzzini c’erano tanti ragazzi che conosceva, che hanno convissuto con lei la gioventù“. Altrettanto simbolico per la vicepresidente Aanvgd anche il luogo dove le sevizie furono perpetrate: una scuola. “Un ulteriore sfregio”, ha detto nel suo discorso. “È proprio il luogo- ribadisce all’agenzia Dire- dove la formazione e l’educazione dei ragazzi si deve completare. Le sevizie patite da Norma in una scuola devono farci riflettere sui traguardi a cui destinare questi luoghi”.

Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Pescara Carlo Masci, il presidente del Consiglio regionale Marcello Antonelli, i componenti della Giunta, il consigliere comunale e regionale della Lega Vincenzo D’Incecco, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e il capogruppo FdI Guerino Testa.

Presenti, con i loro gonfaloni, le associazioni combattentistiche e d’arma, ma non l’Anpi che aveva espresso la sua contrarietà alla decisione.

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