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Più sicurezza ai Musei Vaticani: arrivano 18 defibrillatori VIDEO

Le postazioni garantiranno la sicurezza degli oltre sei milioni di turisti che ogni anno visitano il percorso museale

Pubblicato:05-10-2016 16:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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presentazione_defibrillatori_musei-vaticaniROMA  – I Musei Vaticani si sono dotati di 18 postazioni con defibrillatori per garantire la sicurezza degli oltre sei milioni di turisti che ogni anno visitano il percorso museale.

L’iniziativa dal titolo ‘Custodiamo il tuo cuore, il piano di cardio protezione dei Musei Vaticani’ è stata presentata in una conferenza stampa ospitata all’interno dei musei, a cui erano presenti sua eminenza il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, la dottoressa Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù, il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, il professor Alfredo Pontecorvi, direttore Sanità ed Igiene dello Stato della Città del Vaticano, e il professor Corrado Cecchetti, primario dell’Area rossa-Dipartimento di Emergenza dell’ospedale Bambino Gesù.

Il progetto è stato realizzata in collaborazione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, e promosso dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano attraverso la Direzione di Sanità ed Igiene e sotto l’egida scientifica del Centro di formazione dell’American heart association, e grazie all’iniziativa i Musei Vaticani sono ora una delle più grandi aree museali al mondo interamente cardio protette.



“Nostro dovere- ha commentato il professor Paolucci, direttore dei Musei Vaticani- è garantire all’interno del museo i migliori standard di sicurezza. Chi entra nelle collezioni del Papa deve sapere che questo è un luogo vigilato, protetto, dove anche l’evento cardiaco critico viene fronteggiato con la massima tempestività e con la migliore strumentazione tecnica”.

Il progetto ha previsto una fase di formazione per oltre 300 custodi, tra Musei Vaticani e Ville Pontificie, che hanno potuto formarsi per fare fronte alle prime esigenze connesse a un arresto cardiaco.

La probabilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco diminuisce del 6-10% per ogni minuto che passa, arrivando a percentuali prossime allo zero dopo 10 minuti, ecco perché il piano di protezione prevede che, in caso di necessità, si attivi un intervento immediato del custode più vicino all’evento critico, il quale pratica la prima rianimazione e attiva la catena di sopravvivenza allertando i colleghi con una radiotrasmittente. I colleghi recuperano il defibrillatore e lo utilizzano sul posto, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza e di un team di rianimazione avanzato. Questo tipo di organizzazione e formazione è stata resa possibile grazie all’accreditamento internazionale dell’ospedale Bambino Gesù come Centro di formazione dell’American heart association, la principale società scientifica americana che opera nel campo della prevenzione e del controllo della malattie cardiovascolari.

L’ospedale infatti ha messo a disposizione le competenze medico sanitarie dei propri istruttori e ha rilasciato a tutti i partecipanti dei Musei Vaticani e delle Ville Pontificie la certificazione internazionale che ha due anni di validità, attestando le competenze nella rianimazione cardio polmonare di base, nonché l’abilitazione all’utilizzo dei defibrillatori. Alcuni membri del personale sanitario del Servizio Igiene e Sanità del Vaticano sono stati formati in maniera specifica per diventare a loro volta istruttori, garantendo così un costante ed autonomo aggiornamento nel tempo. “Per noi è un onore e un dovere– ha sottolineato la dottoressa Enoc, presidente del Bambino Gesù- mettere a disposizione dei Musei Vaticani il patrimonio delle nostre competenze per contribuire a tutelare la vita di migliaia di persone che ammirano ogni giorno i capolavori qui custoditi”.

di Edoardo Romagnoli, giornalista

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