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Nessuna risposta dalle Procure agli esposti presentati dalla senatrice Cinzia Leone sul caso di mamma Giunti e Frida

"Le mamme che hanno coraggio di denunciare sono eroine, il sistema è sordo e mortificante"

Pubblicato:05-09-2022 14:23
Ultimo aggiornamento:05-09-2022 14:23
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di Laura Monti

ROMA – “Queste mamme sono delle eroine, perché hanno il coraggio di denunciare e difendere la propria dignità di donne e madri nonostante un sistema sordo e mortificante”. A dirlo è la senatrice Cinzia Leone, che in un intervista all’Agenzia Dire ha descritto così le ‘madri coraggio’ che, nel contesto di separazioni conflittuali e spesso con allegazioni di violenza domestica, vengono accusate di essere ‘alienanti’, di ostacolare, cioè, il rapporto padre- figli.
E proprio su due di questi casi, quelli di Giada Giunti e di Frida., la senatrice ha presentato due esposti alle Procure di riferimento. “Sul caso di Giada- ha spiegato Leone- ho ricevuto una risposta di un rigo: mi è stato risposto solamente che il caso è chiuso”. Nell’ottobre del 2020, però, era stato presentato un atto di ricusazione, motivo per cui questa risposta, per la senatrice, “fa emergere l’ennesima distrazione e superficialità sul fenomeno della violenza istituzionale”. Nel frattempo, Giada non vive con il figlio dal 2016, come ha sintetizzato Leone nel suo esposto, perché accusata di essere ‘simbiotica’ e ‘fusionale’. E questo nonostante nel 2010 Giada Giunti avesse denunciato l’ex partner per un’aggressione avvenuta davanti al figlio: alla denuncia, era seguita l’”emissione di misura del divieto di avvicinamento” per l’ex marito di Giunti, poi curata al pronto soccorso per “escoriazioni multiple” con 5 giorni di prognosi, prosegue Leone nell’esposto.
Il Pm del Tribunale di Tivoli, si legge ancora nell’esposto, aveva evidenziato “elementi di reità per l’aggressione” e la Questura di Roma, divisione Polizia anticrimine di Roma, riscontrava “maltrattamenti in famiglia”. La denuncia però è stata archiviata dopo quattro anni e quattro mesi.

E se, per Leone, quella della Procura sul caso di Giada Giunti è una “non risposta”, l’esposto su mamma Frida, presentato al ministero della Giustizia, non ha avuto esito migliore: “Non hanno risposto”, ha dichiarato Leone.
Il caso di Frida faceva parte dei 36 fascicoli esaminati dalla Commissione Femminicidio in quanto considerato “fra quelli emblematici dell’abuso del concetto di alienazione parentale in sede giudiziaria, essendo tale concetto perfettamente equiparabile a quello di ‘conflitto di lealtà’ rilevato nella consulenza tecnica menzionata”, si legge nell’esposto. Frida ha recentemente visto respinto il suo ricorso in Cassazione, col quale si opponeva al riconoscimento paterno tardivo imposto dal Tribunale di Venezia: l’ex partner di Frida, infatti, dopo aver scoperto la gravidanza dell’ex compagna, le aveva chiesto di abortire e riconoscerà la bambina solo dopo la nascita.
“Fino alla fine del mio mandato io continuerò a a parlare di queste cose in maniera corretta, andando oltre le interrogazioni parlamentari”, ha concluso Cinzia Leone, candidata al Senato con Impegno Civico nel collegio plurinominale di Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa, in seconda posizione.
“Al Tribunale per i minorenni in genere non c’è tutela e l’interesse dei minori è secondario alle aspettative di un genitore”, ha commentato alla Dire la deputata Veronica Giannone che già due anni fa fece una segnalazione sul caso di Frida all’allora Garante dell’Infanzia e adolescenza.
“Un uomo che decide di non riconoscere il figlio, di fatto lo abbandona senza prendersene cura, non solo non compie un reato ma addirittura ha l’opportunità di cambiare idea quando vuole. Ma l’individuo da tutelare qui è il papà o la bambina?”, ha concluso Giannone, che, nonostante il suo impegno in prima linea contro l’alienazione parentale e a difesa di mamme e bambini, non è stata ricandidata in nessun collegio.


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