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Non si fermano le proteste in Bangladesh, la premier Sheikh Hasina si è dimessa

Il primo ministro ha lasciato il potere all'esercito che ha annunciato la formazione di un governo ad interim

Pubblicato:05-08-2024 23:15
Ultimo aggiornamento:06-08-2024 11:57

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La premier in foto in una rara intervista di Bbc News

ROMA – Infiammano le proteste in Bangladesh. Nella giornata di oggi la premier Sheikh Hasina si è dimessa ed è volata in India, lasciando il potere all’esercito. Il capo Waker-Uz-Zaman ha dichiarato che formerà un governo ad interim. “Il Paese ha sofferto molto, l’economia è stata colpita – ha detto –molte persone sono state uccise: è ora di fermare la violenza”.

Almeno 56 sono i morti nella sola giornata di oggi nella capitale Dacca. Dall’inizio della rivolta studentesca sono quasi 300 le persone decedute e oltre 400 i feriti. Le manifestazioni sono state organizzate contro le regole di assunzione nella pubblica amministrazione, considerate discriminatorie perché hanno sempre privilegiato i veterani della guerra di indipendenza del Bangladesh del 1971. Inoltre, molti attivisti sottolineano la crescita della corruzione e un governo che privilegia solo i suoi sostenitori.


Non è bastato il coprifuoco notturno – ora revocato – i tagli alla rete internet, gas lacrimogeni e proiettili di gomma a fermare i manifestanti. Così la premier (al potere dal 2009) è andata via per trovare un posto sicuro dove stare prima che il palazzo potesse essere assaltato. Nella rivolta è stata distrutta la statua di Sheikh Mujib, padre di Hasina e primo ministro dopo l’indipendenza del Bangladesh.

Su X, anche l’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, ha chiesto “calma e moderazione”, augurandosi che sia assicurata “una pacifica transizione verso un governo democraticamente eletto, nel pieno rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”.

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