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ROMA – La gip Paola Faggioni ha accolto la richiesta della procura di Genova di giudizio immediato per l’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona, Paolo Emilio Signorini. La prima udienza è stata fissata il 5 novembre. Le difese dovranno scegliere, entro il 15 settembre, se procedere con rito ordinario oppure se scegliere l’abbreviato o il patteggiamento. Tuttavia, per Toti e Spinelli sembra ormai chiara l’intenzione di procedere con rito ordinario.
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Giovanni Toti è stato rinviato a giudizio sia per corruzione che per finanziamento illecito, le due ipotesi di reato per cui erano scattati i due arresti domiciliari. Aldo Spinelli e Paolo Emilio Signorini, invece, entrambi ancora ai domiciliari, dopo che Signorini è stato anche rinchiuso nel carcere di Marassi, dovranno rispondere nel giudizio immediato di corruzione. A giudicare sarà il primo collegio della prima sezione del Tribunale di Genova, costituito dai giudici Roberto Cascini, Valentina Vinelli e Riccardo Crucioli.
Ore di attesa nel centrodestra ligure, in vista della missione romana di Giovanni Toti in programma per domani. L’ex governatore, tornato libero giovedì scorso, è atteso da alcuni incontri con i vertici nazionali dei partiti: su tutti, il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, e il responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.
L’intenzione è quella di dare una prima accelerata al percorso che, entro la fine del mese, dovrebbe portare alla scelta del candidato governatore del centrodestra. La prima carta per Toti resta ancora il segretario ligure della Lega e viceminsitro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, che avrebbe i favori di tutti i partiti. Il diretto interessato ha già più volte espresso la propria preferenza per mantenere il ruolo nel governo nazionale, ma il centrodestra conta molto sulla pressione che lo stesso Salvini e i piani alti di Fratelli d’Italia potrebbero mettere in campo per provare a fargli cambiare idea. Per Rixi si tratterebbe di riprendere un percorso interrotto nel 2015, quando si era fatto da parte nella corsa a Piazza De Ferrari per lasciare il posto all’allora delfino di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti.
La missione dell’ex governatore partirà domani di buon mattino, assieme all’assessore regionale uscente, Giacomo Giampedrone, suo braccio destro inseparabile dal 7 maggio scorso, giorno dell’arresto. Ai partiti nazionali, Toti e Giampedrone diranno che solo Rixi sembra avere la caratura necessaria per sfidare il probabile candidato del centrosinistra, l’ex ministro Andrea Orlando. Qualsiasi altro profilo partirebbe con lo svantaggio di essere considerato una “seconda scelta”.
Discorso valido anche nel caso si optasse per un candidato di area totiana, come la deputata di Noi Moderati, Ilaria Cavo, o l’assessore regionale uscente, Marco Scajola, molto chiacchierato nelle ultime settimane per un possibile approdo in Fratelli d’Italia, che non sarebbe però così ben visto dagli esponenti del ponente ligure del partito di Giorgia Meloni.
Molto più indietro, al momento, le chances per il coordinatore regionale di Forza Italia, Carlo Bagnasco. Sul fronte civico, invece, per il momento l’unico nome rimasto in campo sembra essere quella del vicesindaco di Genova, Pietro Piciocchi. Anche se, fa notare un esponente del centrodestra regionale, l’attuale numero due di Palazzo Tursi, considerato piuttosto vicino alla Lega, difficilmente sarebbe percepito dall’elettorato come un vero e proprio civico.
Sullo sfondo delle strategie per il candidato, si gioca anche la partita sulla data delle elezioni. Due le alternative: il 27 e 28 ottobre come comunicato dalla Regione o un election day che posticipi il voto al 17 e 18 ottobre, assieme a Emilia-Romagna e Umbria. La decisione era attesa già per oggi, ma lo slittamento del vertice di maggioranza a Roma prolunga l’attesa. Chi, nel centrodestra, è favore della data unica per le tre Regioni fa notare che tre campagne elettorali in contemporanea potrebbero far allentare un po’ la morsa dell’attenzione nazionale dal “caso Toti”.
Con il processo che inizierà il 5 novembre, come deciso oggi dalla gip Paola Faggioni, vale però anche il ragionamento contrario: fare le ultime due settimane di campagna elettorale a processo iniziato potrebbe non essere il massimo dal punto di vista della presa sull’opinione pubblica. Ci sono, poi, i possibili riflessi nazionali in caso di un’eventuale triplice sconfitta: meglio reggere una bordata unica o due colpi ravvicinati? L’ultima parola spetta a Giorgia Meloni.
In ogni caso, difficilmente domani sarà già una giornata decisiva. Nella partita a scacchi pre elettorale, la sensazione è che la prima mossa in Liguria tocchi al centrosinistra, che non ha ancora sciolto tutti i nodi che dovrebbero portare all’ufficializzazione della candidatura di Orlando. Tant’è vero che in ambienti Cinquestelle non sarebbe ancora tramontata l’idea di giocarsi la carta dell’ex eurodeputata Tiziana Beghin: ma anche in questo caso, più che le aspirazioni locali, conteranno le logiche romane, che a prescindere dalla data del voto, dovranno tenere conto degli equilibri di coalizione con Emilia-Romagna e Umbria.
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