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Letta e la ‘nevrosi delle alleanze’, lo psicologo: “Non ceda a provocazioni”

Per Cancrini, il segretario dem può ben attenersi al modello di mediazione incarnato dal suo maestro, Romano Prodi

Pubblicato:05-08-2022 19:42
Ultimo aggiornamento:08-08-2022 11:26

Letta
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ROMA – La costruzione delle coalizioni è una guerra di nervi, di più: una vera e propria nevrosi. Per capirlo basta la cronaca delle ultime ore: dopo la firma del patto tra Calenda e Letta, era stato Fratoianni a minacciare di restare fuori. Oggi, invece, è il leader di Azione a volere l’esclusione di Sinistra e Verdi, pena la sua uscita. In mezzo c’è il leader del Pd. “Letta mantenga i nervi saldi e non risponda a capricci e provocazioni perché alla fine quello che conta è il programma”, dice Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, con una breve esperienza parlamentare.

Per Cancrini, il segretario dem può ben attenersi al modello di mediazione incarnato dal suo maestro, Romano Prodi, negli anni turbolenti dell’Ulivo e dell’Unione. “Sarebbe importante che Letta si richiamasse a lui, perché Prodi aveva il taglio dell’uomo che veniva dall’esperienza europea e con Draghi ha in comune la grande esperienza nell’arte della mediazione maturata in Europa. E lì non è un’attività che si svolge al ribasso, anzi è basata sull’idea di trovare convergenze, passaggi positivi”, spiega Cancrini.

Di quello stile della mediazione, apparentemente imperturbabile, Corrado Guzzanti fece una celebre parodia: il Prof piantato sulla banchina dei treni impassibile a ogni condizione metereologica, così come in consiglio dei ministri non replicava agli attacchi concentrici della sua maggioranza. “Sono sempre qua, fermo come un semaforo…”. Per Cancrini si tratta di un valido esempio. “Quando c’è un semaforo se è rosso ci si ferma- dice Cancrini- ma al verde si deve passare, e il verde si accende quando si intravede una soluzione. Letta deve procedere con voce sicura senza farsi spaventare dai ricatti. Dica a Calenda ‘Tu sei padrone a casa tua, non a casa degli altri. Abbiamo dei patti da rispettare ma siamo liberi nel fare le nostre liste a livello nazionale’. Oltre questo Calenda non può andare- spiega Cancrini- altrimenti entra nel delirio o nella propaganda”.


In continuità con il suo predecessore, spiega ancora Cancrini, “Letta deve insistere assolutamente sull’idea di programma. Deve pensare: ‘Gli alleati fanno tanti capricci e li capisco, ma dobbiamo essere uniti per dar seguito all’agenda Draghi, che abbiamo sostenuto depurandola delle influenze negative che venivano dalla Lega e dalle velleità dei 5 Stelle”. Letta come Prodi “deve dare indicazione su quello che si può fare per risolvere un problema. Prodi non era legato alle posizioni delle singole parti, ma cercava convergenze. Quindi, per quanto riguarda Bonelli e Fratoianni il leader del Pd si può tranquillizzare- conferma Cancrini- mentre sarà più difficile farlo con Calenda, perchè il leader di Azione ha avuto tutto lo spazio che voleva. Il mio consiglio da psicologo è: ‘In questa situazione di gruppo non lasciarti innervosire dal venire fuori del contrasto, dalle dichiarazioni degli altri, resta calmo e proponi una tua proposta rispetto ai singoli problemi, non temere fuoriuscite”.

Un’analisi non dissimile viene dallo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi, che mette in guardia Letta dal rischio di una ‘leadership sbiadita’: “Letta ha una opportunità storica, superando i veti incrociati può dimostrare di essere un ‘garante responsabile’ ma deve trasmettere agli italiani l’idea di avere saldamente in mano il timone della ‘grande barca’ e soprattutto non deve essere prigioniero di diktat altrui o artefice di alchimie. Gli italiani in questo momento hanno bisogno di un leader rassicurante e sicuro di sé stesso, a cui affidare la guida di un paese smarrito e incredulo di fronte a una classe politica semplicemente priva di credibilità. Mai come in questo momento – conclude Cantelmi – è necessaria la figura del leader”. 

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