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Pd cerca “6 posti sicuri in Emilia-Romagna”, ma il granaio rosso prova a resistere

Ci sono in atto "discussioni e ragionamenti", e i Dem tengono botta rispetto a pressioni romane

Pubblicato:05-08-2022 12:47
Ultimo aggiornamento:05-08-2022 14:38

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Bologna – Più si rafforza lo scenario di una sfida durissima con il centrodestra, più gli occhi dei partiti del centrosinistra guardano al ‘granaio’ Emilia-Romagna. Niente big nei collegi uninominali, ma questo non vuol dire che si smorzi la ‘dialettica’ sulle altre posizioni candidabili specie quelle che vengono considerate sicure. Tanto che da Roma è rimbalzata la voce che il Pd, alle prese con gli accordi con gli alleati, abbia sondato il terreno per capire-chiedere la possibilità di almeno sei posti ‘blindati’. Questione che sarebbe arrivata non solo al partito locale ma anche ai piani alti dei palazzi della Regione Emilia-Romagna, quelli dove ha l’ufficio Stefano Bonaccini. Perfino il governatore sondato, consultato sulla questione spinosissima delle condizioni con cui l’Emilia-Romagna può gestire gli equilibri nazionali sulle candidature? La risposta che arriva dal suo staff è questa: “Il presidente non si occupa della formazione delle liste, a cui sta lavorando Letta con i segretari regionali. Non mancherà certo il suo contributo al partito e alla coalizione di centrosinistra, sia sul fronte delle idee, sia su quello mobilitazione per la campagna elettorale”.

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“Prima le alleanze e poi i posti”, dicono dem dall’Emilia-Romagna

Ci sono in atto “discussioni e ragionamenti”, ma non si è arrivati ancora a parlare di numeri: che siano quattro o sei posti nel proporzionale è fin troppo presto per dirlo, si spiega ai piani alti dei dem emiliano-romagnoli, in quanto non sono ancora chiusi i giochi sul perimetro della coalizione. “Prima le alleanze poi i posti”, è in sostanza la posizione che rinvia anche forse per smorzare la tensione che, si ammette, c’è effettivamente attorno alle liste e al rischio di sacrifici, delusioni e rinunce. “Discussioni e ragionamenti”, è la formula che dissimula e conferma in attesa di quadrature nazionali.

Bonaccini, con le sue parole, rimanda all’impegno della campagna elettorale: idee e mobilitazione, raccomanda. Quasi a dire che, big o non big, i voti vanno cercati uno per uno anche su un territorio come l’Emilia-Romagna. Luigi Tosiani, segretario regionale del Pd, che ne giorni scorsi aveva previsto ancora “dieci giorni difficili” attorno al nodo liste, va a parlare appunto di idee alla Festa de l’Unità di Borgo Sisa: “Le nostre idee per il Paese” è il titolo dell’incontro che sabato 6 agosto alle 21 lo vede impegnato nell’area dibattiti con Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd di Ravenna.


Mucci (Azione): questa legge elettorale impone le coalizioni

Da Imola batte un colpo Mara Mucci, in corsa per una candidatura con Azione, benedicendo l’esigenza delle alleanze: “Questa legge elettorale impone di fatto le coalizioni, perché attribuisce il 37% dei seggi con meccanismo maggioritario, ovvero se li assegna chi, nei singoli collegi uninominali, prende un voto in più dell’avversario. e non fossimo in coalizione, il centrodestra avrebbe vinto in partenza quasi tutti i seggi uninominali. E’ come correre i 100 metri partendo 10 secondi dopo. E qui in ballo non c’è solo il nostro partito (che andando da soli avrebbe probabilmente preso più voti), ma il futuro del paese intero”. Sulla coalizione col Pd ammette di avere avuto “grossi dubbi”, ma , spiega su Fb, “l’accordo che abbiamo trovato ci soddisfa, perché non svilisce la nostra natura ed i nostri obiettivi politici, e perché non vedremo persone sgradite nei collegi uninominali”, afferma infine Mucci che è responsabile Pa di Azione.

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