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Spacciavano droga nel rione ‘Poverelli’ di Torre Annunziata, eseguite 18 misure

Usati anche baby pusher per la consegna delle dosi a domicilio. Quattro dei soggetti destinatari della misura cautelare sono risultati percettori del reddito di cittadinanza

Pubblicato:05-08-2022 12:23
Ultimo aggiornamento:05-08-2022 14:39

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NAPOLI – I carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale, emessa dal Gip di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 18 persone, indagate a vario titolo per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo, incentrata sul rione popolare Poverelli di Torre Annunziata.

L’attività di indagine è stata avviata nel dicembre 2018 a seguito del ferimento a colpi d’arma da fuoco di un uomo, risultato poi essere un acquirente di stupefacenti. Le indagini hanno permesso di documentare un rilevante numero di cessioni di cocaina a numerosi acquirenti provenienti da tutta la provincia napoletana, da parte di soggetti appartenenti a distinti nuclei familiari, tutti residenti nel rione. Attraverso le attività di intercettazione di conversazioni telefoniche e tra presenti, nonché i servizi di osservazione e pedinamento, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico dei presunti fornitori della sostanza stupefacente e sono state accertate numerose cessioni della stessa a tossicodipendenti, che hanno comportato anche l’esecuzione di 3 arresti in flagranza di reato e il sequestro di oltre 70 grammi di stupefacente nel corso delle indagini.

Dall’attività investigativa è emersa la particolare prudenza adottata dagli spacciatori che erano soliti avvalersi di un linguaggio criptico per trattare le cessioni di sostanza stupefacente, utilizzando espressioni convenzionali quali “ambasciata, caffe, coso, biscotto”, nonché ricevere gli acquirenti abituali all’interno di appartamenti protetti da sistemi di videosorveglianza installati abusivamente. Alcune cessioni sono state realizzate da soggetti sottoposti, all’epoca dei fatti, alla misura cautelare degli arresti domiciliari per altri reati, nonché avvalendosi di minori di 18 anni, utilizzati per la consegna della sostanza stupefacente a domicilio.


Inoltre, nel corso delle indagini sono emerse anche condotte estorsive tese al recupero di crediti maturati a fronte della cessione di sostanza stupefacente, fatte da alcuni degli indagati con l’uso di armi da fuoco.

Per 16 degli indagati, 5 dei quali già detenuti in carcere per altra causa, è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per due indagate è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Napoli in quanto madri di prole in tenera età. Le misure coercitive sono state eseguite nei confronti di 17 dei 18 soggetti destinatari delle stesse, mentre un indagato, nei cui confronti è stata disposta la custodia cautelare in carcere, è tuttora attivamente ricercato dai carabinieri. Quattro dei soggetti destinatari della misura cautelare sono risultati percettori del reddito di cittadinanza e saranno segnalati all’Inps per la revoca del beneficio.

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