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Arrestato in Spagna il latitante ‘ndranghetista Paviglianiti

L'uomo, sul quale pende la pena di 11 anni e otto mesi per associazione mafiosa, era già stato condannato all'ergastolo per una serie di omicidi

Pubblicato:05-08-2021 12:16
Ultimo aggiornamento:05-08-2021 12:32
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carabinieri
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BOLOGNA – La Polizia spagnola e i Carabinieri di Bologna hanno arrestato due giorni fa a Madrid il latitante Domenico Paviglianiti, sul quale dal 20 gennaio pende la pena di 11 anni e otto mesi per associazione mafiosa, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Paviglianiti, spiega una nota, è ritenuto “un elemento apicale” dell’omonimo casato ‘ndranghetista, che opera San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri, in provincia di Reggio Calabriacon ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico internazionale di stupefacenti”.

L’uomo era già stato condannato all’ergastolo (poi commutata a 30 anni) “per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati concernenti gli stupefacenti, commessi a partire dagli anni ’80”, aggiungono i Carabinieri. In particolare, Paviglianiti “ha avuto un ruolo di prim’ordine nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, allorquando unitamente ad altre famiglie di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con quella dei Condello”.

Le attività investigative partite a gennaio sono nate dal nuovo provvedimento emesso dalla Procura di Bologna nei confronti dell’uomo, dopo “un ricorso in Cassazione promosso dalla medesima autorità giudiziaria, che aveva rilevato un antecedente erroneo calcolo della pena tale da consentire al Paviglianiti di essere rimesso in libertà nell’ottobre del 2019″. Da allora l’uomo era andato in Spagna “approfittando di uno strutturato circuito relazionale in quel paese, consolidatosi attraverso gli illeciti traffici ivi gestiti”.

Per l’arresto a Madrid Carabinieri e Polizia spagnola sono stati coordinati dal procuratore della Repubblica di Bologna, Giuseppe Amato, e dai sostituti Roberto Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust – Filippo Spiezia- e in raccordo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia.


BOSS A MADRID “VIVEVA UNA VITA NORMALE

Domenico Paviglianiti nella latitanza “viveva una vita normale”. Nella capitale spagnola “si recava a fare compere, a mangiare fuori e non viveva certo da recluso. Tant’è che è stato arrestato mentre usciva di casa”. Lo racconta il tenente colonnello Daniele Zaffino, comandante provinciale interinale dei Carabinieri di Bologna. “I colleghi spagnoli- spiega Zaffino- hanno pedinato e sorvegliato il boss, fornendo supporto sul posto e registrando video. L’arresto è stato eseguito dalla Polizia madrilena ma i Carabinieri si sono recati in Spagna svariate volte, nel corso dell’indagine”. Ma come si è arrivati a identificare il boss? “Sapevamo che in Spagna- prosegue il tenente colonnello- vivevano alcuni familiari stretti di Paviglianiti. Questo ci ha portati a fare i primi accertamenti e a iniziare l’indagine”. Scoprendo così che l’uomo “non viveva minimamente recluso, e conduceva una vita tutto sommato normale, a Madrid”.

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