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Naccoul (Terre des hommes): “A Beirut gente scioccata, ma i bambini sono la priorità”

La responsabile del settore Protezione infanzia racconta all'agenzia Dire il dramma vissuto dai suoi concittadini all'indomani della doppia esplosione che ha raso al suolo il porto e causato molte vittime

Pubblicato:05-08-2020 16:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:44

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ROMA – “A Beirut la gente e’ scioccata, ma bisogna pensare ai bambini: da ottobre in Libano si sono susseguite le crisi per questo bisogna trovare il modo per spiegare ai piu’ piccoli cosa e’ successo e aiutare quelli traumatizzati. Noi di Terre des Hommes stiamo riadattando i nostri programmi per dargli tutto il supporto psico-sociale possibile”. Diana Abou Naccoul e’ responsabile del settore Protezione infanzia per la ong Terre des hommes. All’agenzia Dire la psicoterapeuta residente nella capitale racconta il dramma vissuto dai suoi concittadini all’indomani di una doppia esplosione che ha raso al suolo l’area del porto e causato svariate vittime: “Io ero li’ 10 minuti prima della deflagrazione, per fortuna mi sono allontanata in tempo” dice Naccoul, “ho tanti amici e conoscenti ricoverati in ospedale, mentre tante persone dopo l’esplosione sono andate nel panico. Il boato ha riportato alla memoria i tempi bui della guerra civile”.

Per questo secondo l’esperta, ora e’ importante fornire un sostegno psicologico agli adulti, costretti a fare i conti con vecchi traumi, anche per tutelare i piu’ piccoli: “bisogna trovare il modo di raccontare loro quello che e’ successo e aiutarli a superarlo” dice la psicoterapeuta. Che ricorda come in Libano, da ottobre scorso, “non abbiamo avuto un mese di pace: prima le manifestazioni contro il governo mentre la situazione economica sprofondava. Poi il Covid-19 e il lockdown. Migliaia di famiglie hanno perso il lavoro o visto il valore dei propri stipendi precipitare”.

La distruzione del porto secondo Naccoul “inasprira’ tutti questi problemi” continua la responsabile, “perche’ non solo era un centro economico fondamentale ma perche’ con esso e’ andato distrutto il luogo in cui i libanesi potevano divertirsi e rilassarsi”. Il centro, il lungomare, i viali dei locali e dei negozi “per molte famiglie non erano piu’ da tempo accessibili per fare shopping o bere qualcosa, dato che i prezzi sono alle stelle. Ma si poteva passeggiare e incontrare gli amici per distrarsi un po’ dai problemi quotidiani”.


Per questo adesso, il programma della ong rivolto principalmente ai minori rifugiati palestinesi e siriani sara’ riadattato per venire incontro alle nuove necessita’ dei bambini libanesi. “Lo abbiamo gia’ fatto ad ottobre- dice la responsabile- perche’ la poverta’ ormai e’ diffusa e tanti genitori non riescono a mantenere i figli”. Situazioni che aumentano il rischio del lavoro minorile, dell’abbandono scolastico e dei maltrattamenti tra le mura domestiche, cosi’ la ong in partenariato con altre organizzazioni umanitarie lavora “per prevenire questi fenomeni fornendo supporto psicologico ai minori e alle famiglie, nonche’ assistenza legale. E ora- assicura la referente- li potenzieremo”.

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