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Domani l’udienza per mamma Giunti: “Io a processo per calunnia dopo aver denunciato”

Pubblicato:05-07-2021 17:19
Ultimo aggiornamento:05-07-2021 18:01
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mamma giunti
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ROMA – Si celebra domani l’udienza del processo che vede Giada Giunti, mamma coraggio accusata di simbiosi e alienazione parentale, che ha perso di fatto suo figlio, rinviata a giudizio per il reato di calunnia nei confronti dell’ex marito, dopo averlo denunciato nel 2013 per l’aggressione avvenuta davanti alla scuola del figlio. “Ci dicono di denunciare, e poi? Finiamo nella macchina della violenza istituzionale e i bambini- si domanda Giada Giunti- sono davvero difesi dalla violenza assistita?”.

La richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma e il decreto di rinvio a giudizio del gip del Tribunale Penale di Roma per l’accusa di calunnia “contengono evidenze di fonti di prova non veritiere” secondo l’avvocato Carlo Priolo, difensore storico della Giunti e di suo figlio, ormai noto come ‘avvocato dei bambini strappati’. “Il decreto del giudice per l’udienza preliminare è del 13 marzo 2018, mentre la richiesta del pubblico ministero di rinvio a giudizio è del 20 dicembre 2017, da entrambi gli atti risulta che i due testi indicati dall’ex marito sarebbero stati ascoltati nella fase delle indagini preliminari per il reato di calunnia come persone informate dei fatti il 25 marzo 2013, ma sempre dai due atti del pm e del gup risulta che la denuncia di calunnia dell’ex marito è del 5 giugno 2013 con l’impossibile circostanza, come risulta dai due documenti, che il pubblico ministero avrebbe interrogato i due testimoni due mesi e 11 giorni prima che fosse presentata la denuncia per calunnia”, riferisce Priolo. Aggiunge ancora l’avvocato: “È stata portata copiosa documentazione a prova dell’aggressione avvenuta nei confronti della signora: testimoni, registrazioni audio, anche dei pianti del figlio durante i fatti. Ma non è mai stata presa in considerazione”.

Conclude mamma Giunti: “Ho scritto alla ministra della Giustizia Cartabia, all’ufficio Ispettorato, ai parlamentari per chiedere tutele e protezione, ho chiesto di effettuare ispezioni anche anni fa, quando era ministro della Giustizia Orlando, e in quel periodo è stata presentata un’interpellanza parlamentare firmata da 33 deputati di tutti gli schieramenti politici. Sono stata accusata di rapporto fusionale e ora devo difendermi in un processo per aver denunciato di aver subito violenze e maltrattamenti” si sfoga ancora con la Dire. “L’udienza nel civile invece è l’8 luglio” ricorda infine mamma Giunti, che ripone tutta la sua speranza nell’ultima ordinanza della Cassazione, la 13217/2021, che ha sconfessato la Pas. “Sono ormai sei anni che mio figlio– dice con fatica mamma Giunti- non vive con me. Aspetto solo che torni a casa”.


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