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VIDEO | Barikamà: produzioni bio e assunti con Asperger. Il progetto di un migrante alla conquista della ‘Roma bene’

Lo racconta Suleman Diara, presidente di Barikamà, intervistato dall'agenzia Dire alla serata conclusiva della seconda edizione della rassegna romana 'Be Pop'

Pubblicato:05-07-2019 13:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:29
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ROMA – Yogurt, verdure, migranti, sindrome di Asperger e un bar in gestione in uno dei quartieri ‘bene’ della Capitale. Questi gli ingredienti del progetto di Suleman Diara, che partendo da un’idea ha dato vita a ‘Barikamà‘, un’associazione di promozione sociale divenuta poi una cooperativa. “Tutto è iniziato nel 2010, quando abbiamo partecipato alla grande manifestazione di Rosarno” contro il grave sfruttamento lavorativo a cui era sottoposta la popolazione migrante. Successivamente “abbiamo vissuto diverse esperienze, lottato per il permesso di soggiorno e una volta ottenuto, nel 2011, abbiamo creato un’associazione che produce yogurt. Per noi era una possibilità di sopravvivenza”, racconta Suleman Diara, presidente di Barikamà, intervistato dall’agenzia Dire alla serata conclusiva della seconda edizione della rassegna romana ‘Be Pop’.

“Producevamo in due 15 litri di latte a settimana- prosegue Diara- e con il mercato Terra/TERRA, un’associazione di cittadini romani che organizza mercati in vari quartieri, abbiamo conosciuto i gruppi di acquisto e i produttori che non vogliono intermediari. Piano piano abbiamo ingrandito il nostro progetto”. Nel 2014, con la nascita della cooperativa, “abbiamo deciso di far lavorare i ragazzi con la sindrome di Asperger. Come noi migranti vengono spesso discriminati nel trovare lavoro- continua Suleman- anche se molti di loro hanno studiato tanto e sono molto informati. Sono ‘informatici’, fanno le grafiche e operano sul nostro sito e su Facebook, mentre noi ci mettiamo la manodopera”. Dal 2014, infatti, con l’obiettivo di ingrandire la produzione di yogurt e integrarla con quella di ortaggi biologici “ci siamo spostati al Casale di Martignano e da due anni abbiamo in gestione il bar del Parco Nemorense dopo aver partecipato al bando del Comune di Roma”.

A guidare Barikamà è sempre la stessa idea: “Inserire nel progetto migranti e asperger” per permettere ai primi “di imparare la lingua, più velocemente che a scuola, entrando in contatto con tutte le persone di passaggio dal bar”. Per i secondi, invece, l’associazione allestisce nel parco “un banchetto di verdure e yogurt, così tutti i passanti possono chiedere informazioni su come viene creato il prodotto”. Questa modalità di lavorare, aggiunge Suleman, “li aiuta nel poter esprimersi, nell’imparare a raccontare i passaggi della produzione”.


Ai cittadini romani poi, Diara lancia un’appello: “Dare a tutti la possibilità di aiutare le persone in difficoltà. Non ha senso dire ‘Quello è di colore, o quello è giallo’. Noi partiamo dall’Africa per avere una vita migliore, ma una volta arrivati dall’altro lato del Mediterraneo rimaniamo intrappolati nei centri di accoglienza, nei pezzi di carta e questo- ribadisce Diara- aiuta il lavoro nero che, a sua volta, aiuta lo sfruttamento. Arrivati a questo punto si accetta qualsiasi prezzo pur di lavorare, è una situazione che deve essere superata. Siamo tutti esseri umani– conclude- e se ci diamo una mano riusciremo a cambiare questa vita”.

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