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Matthew Dellavedova, grinta e orgoglio: il campione Nba si racconta

https://www.youtube.com/watch?v=N17aWNIK6uU ROMA – “Sono molto felice di essere qui. E’ la prima volta a Roma. I mie avi sono

Pubblicato:05-07-2018 15:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:20
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ROMA – “Sono molto felice di essere qui. E’ la prima volta a Roma. I mie avi sono arrivati in Australia dall’Italia nel 1860, provenivano dal Nord, da Tirano, nei pressi di Milano. Questa e’ la terza volta che visito il vostro Paese, sono gia’ venuto nel 2007 e nel 2008. Sono contento di essere qui per fare da testimonial per il basket camp di Skills Sport e non vedo l’ora di visitare la citta’”.

Con queste parole inizia l’intervista di Matthew Dellavedova alla Dire, a Roma nell’elegante cornice dell’Hotel Parco dei Medici Golf Glub. 27 anni, 1 metro e 93, sponsor e staff al seguito, Matthew parte dalla sua storia familiare. Le origini italiane, il legame ancora vivo con il nostro Paese e, soprattutto, quella svolta nella carriera sportiva che arriva a Londra nel 2012, con la consapevolezza che da quel giorno tutto sarebbe cambiato.


“Il mio sogno fin da bambino era rappresentare l’Australia nei Giochi olimpici– racconta l’atleta- Quell’esperienza ha dato una svolta alla mia carriera, alle Olimpiadi ho fatto buone prestazioni, fui notato dagli osservatori e cosi’ ho avuto la fortuna di giocare nell’NBA”.

Grinta, determinazione e duro lavoro. Sono queste le caratteristiche del basket di Matthew. Chi osserva il suo gioco lo definisce una vera e propria ‘forza della natura’: un modello per moltissimi giovani. Ma essere un esempio e’ anche una responsabilita’.

“La prima cosa che voglio dire ai ragazzi e’: divertitevi a giocare a basket. E’ uno sport che puo’ insegnare tante cose anche per la vita– sottolinea il campione del canestro- Cercate di mettervi alla prova, sempre un po’ di piu’ ogni volta. Se farete questo, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, il duro lavoro nel lungo termine vi ripaghera’ senz’altro. Non arrendetevi mai! Io, per esempio, ho giocato per quattro anni nei campionati delle High school americane, ma non sono stato scelto per l’NBA. Ho continuato a lavorare duramente e alla fine sono riuscito ad essere selezionato e a giocare nei Cleveland realizzando cosi’ il mio sogno”.

Un modello di perseveranza il suo. Inizia molto presto, infatti, lo studio e la preparazione di Matthew. La famiglia crede nelle sue qualita’: fin da quando e’ piccolo i genitori lo portano a giocare a basket e decidono di mandarlo a studiare giovanissimo, a 16 anni, negli Stati Uniti dove puo’ partecipare ai campionati delle High School. E poi arrivano, dopo l’osservazione nelle Olimpiadi londinesi, le due sfide in NBA; la prima, nel 2015, e’ la finale Cleveland-Warriors, quella in cui Matthew sorprende gli avversari e annebbia la sconfitta finale con dei numeri straordinari, che gli varranno l’investitura ufficiale nel gotha del basket. L’anno successivo arriva anche la vittoria.

“Il basket e’ il gioco piu’ bello del mondo”. Ai giovani Matthew raccomanda di fare sacrifici e di lavorare sodo. E pensa gia’ al prossimo traguardo, al sogno nel cassetto: vincere l’oro alle prossimi Olimpiadi. Matthew Dellavedova e’ il poster sicuro che puoi trovare in ogni cameretta di ragazzo. Perche’ in fondo la sua storia e’ l’incarnazione del ‘sogno americano’. Anzi di ‘quello ‘australiano’.

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