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L’abuso sessuale e’ il coinvolgimento del bambino in atti sessuali che non comprende e a cui non puo’ dare consenso: atti ano-genitali, genitali, oro-genitali o anche la visione obbligata di atti sessuali e la partecipazione in situazioni pornografiche. E “quello in pre-puberta’ e’ l’abuso piu’ difficile da diagnosticare, perche’ potrebbe esserci una violenza fisica ma anche nessun segno riscontrabile, oppure microlesioni che scompaiono nell’arco di pochi giorni”. A spiegarlo alla Dire e’ Stefania Losi, pediatra responsabile del servizio Gaia dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
In Italia i bambini maltrattati sono circa 100 mila nella penisola e la maggior parte di questi subisce abusi psicologici e nell’80% dei casi emozionali. Seguono le violenze fisiche e in ultimo gli abusi sessuali. Alla Dire Pietro Ferrara, professore dell’UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore e dell’UniversitĂ Campus Biomedico di Roma, spiega quali sono i sintomi e i segnali di allarme.
Se un pediatra riscontra segnali di maltrattamento e/o abusi su un minore a chi deve rivolgersi? Alla Dire ha risposto Ciro Nutello, assistente capo della Polizia di Stato e coordinatore del progetto ‘Scuole Sicure’ della Questura di Roma.
Tra adolescenti e sport il rapporto “e’ un po’ in crisi. Quando subentrano molti impegni, si irrigidisce la puntualita’ negli allenamenti e bisogna seguire un certo rigore, si sviluppa un rapporto amore-odio che porta i ragazzi ad abbandonare la pratica sportiva”. Lo ha detto Gabriella Pozzobon, presidente della Sima, che approfondisce la questione in una videointervista della Dire.
L’obbligo dello screening neonatale per 40 malattie metaboliche ereditarie è iniziato con la legge 167 del 2016, entrata in vigore a marzo 2017. “Nel 2016 la copertura era del 53% della popolazione, i dati reali del 2017 non li abbiamo ancora ma è molto probabile che questa copertura salirĂ intorno all’80-85%”. A fare il punto è Giancarlo La Marca, presidente della Simmesn. Fotografando il paese, La Marca aggiunge che “sono rimaste fuori 3 o 4 regioni che si stanno attivando nel Centro Italia, poi ci sono l’Abruzzo, la Basilicata e la Calabria che hanno però giĂ iniziato i protocolli per attivarsi con modalitĂ diverse su come iniziare un sistema di screening all’interno della propria regione o creare strutture sovra regionali, consorziandosi con altre regioni che siano giĂ attive”.
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