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Infrastrutture sostenibili, investitori a confronto al G20

Conferenza internazionale su iniziativa della presidenza italiana del G20, in collaborazione con l'Ocse e col D20-Ltic

Pubblicato:05-06-2021 11:47
Ultimo aggiornamento:05-06-2021 11:47
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ROMA – Mobilitare risorse pubbliche e capitali privati per investimenti in infrastrutture sostenibili, facendone un volano della ripresa economica di lungo periodo e della transizione ecologica e digitale verso un nuovo modello di sviluppo. E’ stato questo il cuore del dibattito che ha animato il ‘2021 G20 Infrastructure Investors Dialogue: Financing Sustainable Infrastructure for the Recovery’, la conferenza internazionale che si è tenuta in settimana su iniziativa della presidenza italiana del G20, in collaborazione con l’Ocse e col D20-Ltic, il Club di investitori di lungo termine fondato nel 2009 da Cassa depositi e prestiti insieme alla Bei e alle istituzioni finanziarie tedesca (KfW) e francese (Cdc), e che oggi conta 21 membri in quattro continenti.

Un’occasione di dialogo di alto livello tra stakeholder pubblici e privati sul futuro delle infrastrutture sostenibili e di qualità e sugli investimenti di lungo termine nel settore, in coerenza e continuità col Rapporto G20/Ocse pubblicato l’anno scorso sulla collaborazione con gli investitori istituzionali e gli asset manager.

In apertura della conferenza, il ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha ricordato come la presidenza italiana del G20 punti a promuovere un nuovo paradigma di sviluppo che garantisca una ripresa sostenibile nel lungo periodo. In questo contesto, le infrastrutture giocano un ruolo centrale e, in particolare, gli investimenti in infrastrutture sostenibili sono fondamentali per rilanciare la capacità di crescita economica. Due gli elementi chiave richiamati da Franco: il ruolo trainante degli investimenti pubblici nello sviluppo di infrastrutture sostenibili e la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento del settore privato, e in particolare del sistema finanziario, nel promuovere la transizione verde e digitale.


Proprio sulla necessità di lavorare per colmare l’attuale gap globale negli investimenti in infrastrutture – pari a circa 2,5-3 trilioni di dollari l’anno – si è concentrata Janet Yellen, segretario al Tesoro statunitense, invocando non solo un più deciso supporto pubblico, ma anche un intervento del settore privato da incentivare maggiormente. Yellen ha ricordato come il G20 stia già lavorando per favorire maggiori investimenti privati in infrastrutture e che altrettanto stanno facendo gli Stati Uniti, come dimostra il recente e ambizioso piano infrastrutturale lanciato dall’amministrazione Biden finalizzato a modernizzare le infrastrutture esistenti, a potenziare tutte le reti materiali ed immateriali e a favorirne la transizione verso modelli più sostenibili. L’ex presidente della Federal Reserve ha infine sottolineato come gli investitori stiano domandando sempre più dati e metriche Esg, relative ad aspetti ambientali, sociali e di governance, e come il G20 stia lavorando per migliorare i cosiddetti Quality and Infrastructure Investements Principles (Qii) che incorporano i criteri Esg e Life Cycle Costs.

Una riflessione sulla necessità di concentrare maggiori sforzi sulla qualità e sulla sostenibilità dei programmi infrastrutturali è stata condivisa anche da Larry Fink, l’amministratore delegato di BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo. Significativo il suo richiamo al fatto che la questione critica della fase attuale non sia tanto la disponibilità di capitali privati da mobilitare, quanto quella di progetti e investimenti infrastrutturali di adeguata qualità, che possano essere valutati dagli investitori istituzionali come credibili e sostenibili finanziariamente ed ecologicamente sul medio e lungo termine.

Nonostante il dibattito globale – ha aggiunto Fink – si concentri sull’obiettivo di realizzare un’economia a zero emissioni, i governi nazionali non sembrano in grado di proporre e realizzare progetti sovranazionali che possano aiutare a raggiungere quel traguardo in un orizzonte temporale ravvicinato e basandosi solo sulle tecnologie attualmente a disposizione.

E’ toccato infine al presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, richiamare il ruolo specifico di ponte tra settore pubblico e privato svolto dalle istituzioni finanziarie, in particolare nel settore delle infrastrutture. Secondo Gorno Tempini, per fare degli investimenti in infrastrutture un pilastro della ricostruzione economica sarà necessario assicurare la giusta liquidità alle imprese, ma anche standard comuni sui contratti e sui criteri Esg, un maggior ricorso a fondi di garanzia per mitigare i rischi finanziari e un più forte impegno da parte delle autorità pubbliche nel mantenere condizioni di policy e di regolamentazione più stabili possibile. Gorno Tempini ha inoltre ricordato il Summit D20-Ltic che Cdp ospiterà a Roma il 23 e 24 settembre, occasione per i vertici delle principali istituzioni finanziarie dei Paesi G20 di proseguire il dialogo con la presidenza G20 e con il settore privato sugli investimenti di lungo termine in infrastrutture verdi, digitali e sostenibili.

Importante riconoscimento per il lavoro della presidenza italiana del G20 è infine giunto dal ministro dell’Economia indonesiano, Sri Mulyani Indrawati, che ha anticipato le principali priorità sulle infrastrutture per il G20 nel 2022, quando la presidenza sarà assunta dall’Indonesia: assicurare una regolamentazione internazionale stabile nel settore; allineare la strategia per la riduzione delle emissioni su scala globale con considerazioni sull’impatto sociale della transizione ecologica; proseguire il lavoro sull’Agenda Infratech per meglio integrare le nuove tecnologie negli interventi infrastrutturali.

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