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Sociale, Varoufakis: “Dopo il Covid ridare speranza con la lotta”

Il Covid-19 non spingerà i ricchi a guardare verso i poveri "senza un movimento globale che costringa il potere e il potere farà di tutto per impedire che accada"

Pubblicato:05-06-2020 16:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:26

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ROMA – Sbaglia chi crede che “uno spirito di solidarietà” emerso nei mesi del lockdown insieme con un nuovo ruolo attribuito allo Stato basti a dar forma a un sistema politico impegnato a ridurre le disuguaglianze e a rispettare l’ambiente: così oggi Yanis Varoufakis, deputato ed ex ministro delle Finanze greco oggi nel corso di un webinar dal titolo ‘Is poverty necessary in the world to mitigate climate change?‘. L’appuntamento è stato organizzato in occasione della Giornata dell’ambiente dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (Unccd)..

“Come fare a ridare la speranza?” ha chiesto il dirigente, già protagonista dello scontro tra Atene e Bruxelles con l’allora governo di Alexis Tsipras e ora segretario del partito Fronte europeo per la disobbedienza realistica (Mera25). “Serve – questa la risposta – un movimento internazionale progressista che si batte per un Green New Deal“.

Varoufakis ha citato l’economista ottocentesco Thomas Malthus, sottolineando che “non è vero che la povertà salverà il pianeta” e che serve invece al “capitale oligopolistico multinazionale che realizza profitti sulla pelle dei lavoratori poveri sfruttando le risorse della Terra e causando un disastro ambientale”.


Rispetto alla pandemia di Covid-19, il deputato ha criticato gli “ottimisti”, che “speravano che lo spirito di solidarietà visto durante il lockdown insieme con un nuovo ruolo che si è riconosciuto allo Stato possa far nascere un sistema politico che aiuti i poveri e rispetti l’ambiente”. Un falso mito, dunque, quello dello Stato naturalmente pronto a prendersi cura dei più deboli e a impegnarsi per i beni pubblici e lavori verdi e di qualità.

Se il Covid-19 spingerà i ricchi a guardare verso i poveri?” ha chiesto ancora Varoufakis: “Non accadrà, certo non autonomamente, senza un movimento globale che costringa il potere; e il potere farà di tutto per impedire che accada”. 

DE SCHUTTER (ONU): CON PANDEMIA PERSI 6 ANNI DI SVILUPPO

La pandemia di Covid-19 ha portato il mondo almeno sei anni indietro, considerando l’Indice dello sviluppo umano: lo ha sottolineato oggi Olivier De Schutter, relatore speciale dell’Onu per povertà estrema e diritti umani. 

I Paesi in via di sviluppo sono stati in assoluto i più colpiti in questi mesi di lockdown” ha evidenziato De Schutter. “Le conseguenze della crisi hanno riguardato più settori, non da ultimo quello dell’istruzione, con la chiusura delle scuole”. Secondo il relatore speciale, la pandemia ha provocato la recessione economica più grave della Grande crisi degli anni Trenta del secolo scorso.

“Prima della pandemia le persone che soffrivano a causa di una povertà estrema erano circa 750 milioni” ha calcolato De Schutter: “Ora altri 70 milioni rischiano di sprofondare in questa condizione; perderemo insomma, con circa il 4 per cento del Pil globale, molti anni nella nostra lotta”.

DE SCHUTTER (ONU): DOPO COVID SERVE MODELLO SOSTENIBILE

La pandemia di Covid-19 rappresenta “un’opportunità per riorientare lo sviluppo“, con circa 8.000 miliardi di dollari reimmessi nell’economia globale nella forma di aiuti di Stato o di sussidi sociali: lo ha sottolineato oggi Oliver De Schutter, relatore speciale dell’Onu per povertà estrema e diritti umani. Secondo l’esperto, “la crisi è un’opportunità unica per la scelta di una ripresa sostenibile”. De Schutter ha sottolineato: “Ottomila miliardi di dollari sono stati reimmessi nell’economia come aiuti di stato a società che altrimenti fallirebbero o nella forma di sussidi a famiglie povere o a chi ha perso il lavoro”.

L’esperto ha calcolato che in alcuni Paesi gli “incentivi” valgono fino al 4,9 del Prodotto interno lordo. “È una grande opportunità per riorientare lo sviluppo” ha ribadito De Schutter, aggiungendo: “La questione è ora quale modello scegliere; la sfida principale è ridurre le disuguaglianze, nella consapevolezza del nesso con la sostenibilità”. 

THIAW (ONU): ORA CONTRATTO SOCIALE CON NATURA

“Serve un nuovo contratto sociale con la natura”: lo ha detto Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione dell’Onu per la lotta alla desertificazione (Unccd), nel corso del webinar organizzato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente.

Nel suo intervento riflessioni sulla pandemia di Covid-19, sulla “voracità della specie umana”, sul rapporto con gli animali e sull’essenza stessa del benessere. “La ricchezza è davvero l’accumulo di dollari o non è invece piuttosto avere una buona salute?” ha chiesto Thiaw: “Anche molti ricchi sono morti a causa di un minuscolo virus o sono stati costretti a restare chiusi in casa o in una stanza”.

Secondo il segretario di Unccd, la pandemia ha confermato che come esseri umani “siamo andati troppo in là“, anche per i “cambiamenti nell’utilizzo della terra”. Thiaw ha fatto riferimento alle epidemie di Mers e di Zika, di origine animale come il nuovo coronavirus, parlando di “una situazione ormai fuori controllo”. Il segretario ha concluso: “Serve un nuovo contratto sociale con la natura, non possiamo sfruttarla, dobbiamo gestirla, sentendoci parte della natura stessa”.

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