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Pedopornografia, in Lombardia 480 casi (72 under 13) e 42 arresti

I dati della Polizia postale che avverte: "La rete è una minaccia costante, attenzione a famigliari e persone di fiducia"

Pubblicato:05-05-2022 14:25
Ultimo aggiornamento:05-05-2022 14:56

POLIZIA POSTALE
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MILANO – Tra il 1 gennaio 2021 e il 31 marzo di quest’anno, il compartimento Polizia postale e delle comunicazioni Lombardia si è occupato di 480 casi di pedopornografia. Lo rende noto la Questura di Milano in occasione della Giornata nazionale per la lotta alla pedofilia. Nello stesso periodo sono stati 350 i soggetti indagati per reati di pedopornografia e adescamento sul territorio lombardo, di cui 42 tratti in arresto o perché colti nella flagranza del reato di detenzione di ingenti quantità di materiale pedopornografico, o perché raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere.

SOCIAL NETWORK, VIDEOGIOCHI E CHAT: UN PERICOLO PER I PIU’ PICCOLI

A riprova dell’aggravamento della minaccia contro infanzia e adolescenza in rete, la pedofilia diventa un pericolo concreto anche per i bambini più piccoli: il coinvolgimento, nell’anno 2021, di 56 bambini di età inferiore ai 13 anni in casi di pedopornografia e adescamento dimostra come social network, videogiochi e messaggistica possano costituire una grande opportunità di crescita ma anche un pericolo a cui prestare la massima attenzione. Il fatto che nel primo trimestre del 2022 siano già stati trattati 16 casi analoghi dimostra che il trend è in evidente ascesa. Sono dunque 72 le vittime giovanissime nel periodo che comprende tutto il 2021 e il primo trimestre di quest’anno.

LA PANDEMIA HA INTENSIFICATO L’ATTRAZIONE TRA BAMBINI E INTERNET

“La pedofilia è una minaccia costante all’integrità di bambini e ragazzi che oggi travalica il mondo reale e si diffonde anche online”, afferma il dirigente del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni Tiziana Liguori. “L’iper-esposizione al mondo della rete imposto dall’emergenza pandemica negli ultimi due anni ha accelerato i processi di avvicinamento dei bambini ad Internet, ha intensificato il rapporto di reciproca attrazione che già esisteva tra adolescenza e social network ed ha influenzato le abitudini quotidiane di ognuno di noi, imponendo una relazione sempre più stretta con il mondo virtuale, mettendo però in luce, altrettanto velocemente, il suo lato oscuro” prosegue la dirigente.


ABUSI SESSUALI COMPIUTI DA FAMILIARI O PERSONE DI FIDUCIA

Chi, in modo criminale, sfrutta la rete per nascondersi e nutrire le proprie fantasie deviate sa bene quanto sia stretto il rapporto tra le piccole vittime e i device tecnologici. “E’ triste constatare- prosegue Liguori- come, nell’ultimo anno, in diverse occasioni l’analisi delle immagini pedopornografiche e le attività investigative, svolte in coordinamento con il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online, abbiano consentito di identificare giovanissime vittime di abusi sessuali compiuti, filmati e diffusi in rete da soggetti appartenenti al proprio nucleo familiare o, comunque, da persone di fiducia. Si tratta di un dato che ci stimola nel proseguire nel nostro quotidiano impegno investigativo ma che certifica, allo stesso tempo, il concreto pericolo costituito da quei soggetti che usano la rete per scopi di adescamento e pedopornografia. La complessità di questa minaccia impone una sinergia costante con il mondo dell’associazionismo attivo per la tutela dei minori, in un’ottica di sistema in cui la prevenzione integri l’opera repressiva”.

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