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VIDEO | FOTO Sos da Bologna: “Bloccare subito gli affitti e reddito di base incondizionato”

"Casa, reddito, dignità": la richiesta da Bologna con un presidio davanti alla Prefettura per ottenere il blocco immediato degli affitti e un reddito di base incondizionato

Pubblicato:05-05-2020 15:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:15
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https://youtu.be/3I7fkuHkUx0

BOLOGNA – Un reddito di base esteso e affitti bloccati per tutelare le fasce più deboli della popolazione maggiormente esposte alle conseguenze economiche del coronavirus. “Casa, reddito, dignità” è lo slogan del presidio indetto da Asia-Usb, Potere al popolo e Noi restiamo, gridato questa mattina davanti al palazzo della Prefettura di Bologna in occasione di una giornata nazionale di mobilitazione. Il tema è quello del sostegno economico dopo quasi due mesi di lockdown e all’indomani dell’inizio della fase 2, facendo luce su chi è rimasto escluso dagli aiuti predisposti dal governo.

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Molti proprietari non accettano patteggiamenti o trattative quindi diventa un problema molto concreto soprattutto per chi è rimasto escluso dagli ammortizzatori sociali che il governo ha messo a disposizione o quelli per cui non bastano- spiega Federico Fornasari di Asia-Usb- ci vuole una soluzione immediata a un problema immediato, non si può lasciare alla contrattazione individuale: gli affitti vanno bloccati immediatamente e ci deve essere un intervento straordinario da parte del governo e delle regioni su questo”.

Una proposta che va di pari passo con il “garantire il reddito di base incondizionato che non sia soltanto relativo ai mesi di emergenza ma che vada anche oltre”, magari allargando “senza condizionalità, urbi et orbi, il reddito di cittadinanza già presente e anche ampliandone le cifre. Molti paesi lo stanno facendo, non vediamo perché il governo italiano non debba“. E se la domanda è dove si trovano i fondi, “i sacrifici sono proporzionali: chi più ha più deve mettere, dunque noi caldeggiamo una patrimoniale fatta come si deve. Non vediamo perché una minoranza della popolazione debba essere in totale quasi più ricca di noi persone comuni”.

































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Tra i manifestanti oggi in piazza a Bologna c’era anche Marta Collot, ex candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna alle elezioni di gennaio, vinte poi da Stefano Bonaccini. “La fase 2 è iniziata mandando al massacro lavoratori senza protezioni e tutele sul posto di lavoro, e lasciando completamente abbandonato un pezzo di Paese: giovani studenti e precari che non hanno nessun modo per andare avanti. Di questi il governo si è completamente dimenticato”. Secondo Collot, una situazione che è la spia di un “sistema neoliberale che ha mostrato tutti i suoi limiti, che massacra i lavoratori, fondato sulle disuguaglianze e sullo sfruttamento della terra e dell’uomo”.

Gli attivisti, una trentina all’incirca, si sono radunati mantenendo le rispettive distanze di sicurezza e tutti muniti di mascherine. “Abbiamo voluto fare le cose per bene: ci siamo portati dispositivi e ci siamo autorganizzati per rispettare le distanze perché noi eravamo siamo stati i primi a dire vanno chiuse le fabbriche non vanno create assembramenti e non è nostra intenzione creare dei pericoli oggi. C’è stato anche qualcosa di molto bello nel ritrovarsi finalmente sulla strada, nella vita reale, e non solo su Skype o sui social e di ritrovarsi a dire quello che vogliamo dire alla pubblica piazza”, conclude Fornasari.

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