
ROMA – Scontro in maggioranza sul reddito di emergenza. I Cinque stelle costretti a un passo indietro: se ne riparlera’ dopo gli incontri tra il premier Giuseppe Conte e le parti sociali di oggi e domani.
Vertice notturno di maggioranza con un nulla di fatto su due capitoli centrali del cosiddetto dl maggio, previsto in cdm giovedi’ prossimo. Stand by sulle misure per le imprese, a partire dalla ricapitalizzazione, e muro contro muro sul reddito di emergenza.
A quanto si apprende, sulla prima misura e’ in corso una rivalutazione, mentre sul reddito di emergenza l’asse tra Pd e Italia viva fa accantonare almeno per il momento l’ipotesi che sia un sussiduo continuativo e si ragiona invece sulla formula dell’una tantum.
Il rischio paventato dai renziani e dai Democratici al tavolo con il premier Conte e con il ministro dell’economia Gualtieri (presenti tra gli altri Riccardo Fraccaro, Teresa Bellanova e Luigi Marattini, Laura Castelli, Dario Franceschini e Roberto Speranza, Cecilia Guerra) e’ che la misura – per la quale i M5s vorrebbero un’estensione temporale di almeno due mesi, per un importo fino a 800 euro e circa 2,5 milioni di aventi diritto – si trasformi nel tempo in un altro sostegno permanente che va ad aggiungersi al reddito di cittadinanza e a quello di inclusione. Tutto questo – e’ stato argomentato – senza portare un solo posto di lavoro in piu’.
A vertice concluso, e in attesa di un successivo incontro tra giovedi’ e venerdi’, la misura cosi’ come prevista nella formulazione originaria dei M5s e’ considerata da diverse fonti ‘superata’.
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