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VIDEO | Abruzzo, via 2300 tonnellate di sostanze pericolose dai laboratori del Gran Sasso

Mobilitazione per l'acqua: "Anni di proteste danno i primi frutti"

Pubblicato:05-05-2020 13:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:15

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PESCARA – Si avvia l’iter per la rimozione delle 2.300 tonnellate di sostanze pericolose stoccate nella montagna per gli esperimenti Borexino e Lvd. Ad annunciarlo Augusto De Sanctis, referente della Mobilitazione per l’acqua del Gran Sasso che fa sapere come proprio ieri i Laboratori nazionale di fisica nucleare (Lngs) abbiano depositato in Regione i documenti per richiedere la Via (Valutazione di incidenza ambientale) per l’allontanamento delle 1.040 tonnellate di acqua ragia e Borexino e le 1250 tonnellate di trimitilbenzene. Un annuncio cui segue la soddisfazione “dopo anni di lotte e denunce che avevano dimostrato – sottolinea De Sanctis – l’irregolarita’ del deposito delle sostanze nella montagna in quanto il Testo unico dell’ambiente e le leggi previgenti da decenni avevano introdotto l’esplicito divieto di stoccaggio di materiali pericolosi vicino ai punti di approvvigionamento idro-potabile disponendo l’allontanamento delle sostanze eventualmente presenti”.

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“Il rischio derivante da eventuali incidenti nei due esperimenti per uno degli acquiferi piu’ importanti d’Europa, che disseta 700 mila persone nelle province di Teramo, L’Aquila e Pescara, e’ elevatissimo – prosegue -, come ormai ammesso anche dalle prefetture nel Piano di emergenza esterno dei Laboratori, redatto dopo anni di omissioni nonostante i laboratori, proprio per la presenza di queste sostanze, fossero classificati ufficialmente come impianto a Rischio di Incidente Rilevante secondo la direttiva Seveso”.

E un incidente nel 2002 c’e’ stato, ricorda, proprio con il Borexino, che porto’ alla dispersione di decine di litri di trimetilbenzene in acqua, con conseguente sequestro parziale dei laboratori da parte della Magistratura teramana. “Una nuova inchiesta della Procura di Teramo ha accertato – prosegue -, la sussistenza ancora oggi di gravi rischi”. Di qui l’impegno a valutare la documentazione e la richiesta alla Regione di procedere rapidamente perche’ i lavori partano entro settembre 2020 e concludersi entro dicembre. “Manifestazioni, sit-in, esposti, incontri di associazioni e cittadini stanno dando i primi frutti”, conclude De Sanctis. 

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