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Caso Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Chiamati dal Vaticano, per me il cardinale Poletti ebbe un ruolo”

Il promotore di giustizia del Vaticano ha contattato la famiglia Orlandi. Pietro: "Dopo Pasqua dovremmo verbalizzare qualcosa"

Pubblicato:05-04-2023 11:48
Ultimo aggiornamento:05-04-2023 11:56
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laura sgrò pietro orlandi
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ROMA – Nella puntata di ieri sera di DiMartedì in onda su La7 alla domanda di Giovanni Floris se qualcuno del Vaticano si fosse fatto vivo con la famiglia Pietro Orlandi risponde “Sì, probabilmente dopo Pasqua dovremmo andare a verbalizzare qualcosa”. A chiamare, rivela l’avvocato della famiglia Orlandi Laura Sgrò, è stato il promotore di giustizia del Vaticano.

IL RUOLO DEL CARDINALE POLETTI

“A parte il fatto che io dubito che il Vaticano possa essersi impegnato in quel senso, cioè di porre Emanuela morta, riportare addirittura il corpo in Vaticano… per quale motivo? Sarebbe un rischio troppo enorme. Lì finisce, come c’è scritto nella pratica, perché secondo me si è chiusa una situazione. Nel ’97 sono successe diverse cose, una delle tante è che il Parlamento ha emanato una legge in base alla quale non si poté dare più la proroga alle indagini sull’attentato, sulla scomparsa di Emanuela, e quindi fu chiusa l’inchiesta nel ’97. In quell’anno morì il cardinale Poletti e secondo me il cardinale ha avuto un ruolo in questa storia“. Così Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, intervenendo nella puntata di ieri sera di DiMartedì su La7.

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“L’altra volta parlavo della questione dei documenti- continua Orlandi- Uno dei documenti che ho e che sicuramente ora che andrò dal promotore di giustizia presenterò è una lettera tra il cardinale Poletti e un altissimo rappresentante della chiesa inglese, parlano di Emanuela. La cosa strana è che l’arcivescovo di Canterbury nel ’93 manda questa lettera al cardinal Poletti indirizzata a via Clap Marrode, quella via che poi è indicata nei famosi cinque fogli. In quella lettera in particolare è l’arcivescovo che scrive a Poletti, dice ‘ho saputo che lei in questo momento sta a Londra quindi spesso ci siamo scritti e riguardo la questione di Emanuela Orlandi forse è il caso che ci incontriamo direttamente’, in inglese è scritta la lettera naturalmente”, spiega Orlandi.

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CASO EMANUELA ORLANDI, L’OMBRA DELLA PEDOFILIA

“L’ipotesi di cui sono convinto io senza prove, però in base a tante situazioni, è che ci sia stato un ricatto, ma un ricatto nato all’interno del Vaticano tra due gruppi di persone. L’oggetto del ricatto non poteva essere soltanto Emanuela, una ragazzina cittadina vaticana. Emanuela è stata, secondo me, messa in una situazione per creare l’oggetto di un ricatto molto più forte. Per questo l’altra volta abbiamo parlato della pedofilia e della possibilità che persone molto in alto, e dico veramente in alto, ai vertici del Vaticano, possano aver commesso qualcosa e qualcuno ha utilizzato quella situazione per creare un ricatto enorme. Pochi giorni fa ho incontrato un vescovo per parlare di questa questione di Emanuela e a un certo punto il discorso è andato sulla pedofilia della Chiesa. Io ho raccontato il fatto che ho detto in questa trasmissione dei quattro cardinali, della gendarmeria che era andata con la foto di Emanuela da questi quattro cardinali che secondo loro avevano relazioni con ragazzine e ragazzini. Gli ho raccontato questo fatto, lui ha detto ‘Accidenti, veramente?’. Penso che una delle possibilità è che Emanuela possa aver magari anche subito un abuso, ma che quell’abuso sia stato organizzato. È stata portata da qualcuno per creare l’oggetto del ricatto e siccome il Vaticano da quarant’anni fa di tutto per evitare che possa uscire la verità… Certo, se nel ’93 si parlava normalmente della pedofilia dei cardinali come se fosse una cosa normale e accettata, uno può pure pensare che la pedofilia sia anche più sù di quei cardinali. Lui dice ‘beh, probabilmente…’. Io ho detto ‘forse non mi sono spiegato, quando parlo di persone al di sopra dei cardinali mi riferisco a Wojtyla’. E il vescovo risponde: ‘Probabile, ma io penso che non sia un ricatto, penso che se è successa quella cosa hanno fatto di tutto per silenziarla. C’è qualcuno che ha contattato magari qualcuno dei criminali che conoscono e ha cercato di mettere a tacere questa situazione’. Non è rimasto sconvolto quando gli ho detto che se era normale e accettata la pedofilia nell’83 da parte di alcuni cardinali in Vaticano era accettata da tutti, che si tratti del sacrestano o dell’alto vertice”, conclude Orlandi.

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