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Torino, Draghi: “Firmato patto da 1,1 miliardi per investire sul futuro della città”

Il sindaco Lo Russo: "Oggi Torino è ad un bivio storico"

Pubblicato:05-04-2022 19:05
Ultimo aggiornamento:05-04-2022 19:05
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Di Federico Sorrentino e Lucio Valentini

TORINO – “Il Patto che firmiamo oggi rappresenta un impegno che il Governo assume con la città, a cui destiniamo circa 1,1 miliardi di euro; e che il Comune prende di fronte ai cittadini, con l’obiettivo di risanare le proprie finanze e investire con attenzione, ambizione, lungimiranza”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi in occasione della firma del Patto per Torino.

“Voglio ringraziare il sottosegretario Garofoli, il sindaco Lo Russo e tutti coloro che hanno reso possibile questo accordo. Sono fiducioso che queste risorse possano dare maggiore serenità al Comune nel programmare gli interventi da realizzare nei prossimi anni. Il Governo vuole accompagnare i cambiamenti nati in città verso obiettivi di lungo termine. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’importante opportunità per investire nel futuro di Torino e del Piemonte, come delle altre parti d’Italia”, aggiunge Draghi.


“Vedere il Po, il nostro fiume ‘più grande, più lungo, più bello, più caro’, come lo definiva Mario Soldati, scarseggiare d’acqua è un colpo alla nostra storia. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, interveniamo per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità in tutta l’area del Po, lungo tutto il suo corso. È un progetto importante, a cui destiniamo 360 milioni. Altri 145 milioni andranno al Piemonte per tutelare ulteriormente le risorse idriche”, annuncia il premier.

“A differenza di molti progetti del passato, imposti dall’alto senza un confronto con le comunità, il Governo vuole dare risposte alle esigenze manifestate dai cittadini. Vogliamo fornire i mezzi per affrontare le grandi trasformazioni in atto, come il cambiamento climatico, i cui effetti sono evidenti anche qui. Mi riferisco- precisa Draghi- al periodo di siccità durato 110 giorni, uno dei più lunghi nella storia della città e della Regione, a cui sono seguite le grandinate violente di questi giorni. La produzione idroelettrica, che rappresenta la principale fonte di energia rinnovabile in Piemonte e in Italia, è scesa a livelli tra i più bassi degli ultimi 20 anni”.

Per contrastare il cambiamento climatico occorre ripensare l’energia, l’industria, la mobilità. Con il PNRR- spiega il premier- supportiamo Torino e il Piemonte nel processo di rinnovamento manifatturiero, che deve avvenire in linea con le sfide più urgenti che abbiamo davanti. Il Governo può e deve avere un ruolo di sostegno nella gestione di questi cambiamenti, per realizzarli con rapidità e ridurre i costi della transizione per imprese e cittadini”.

“Lo facciamo per l’automotive, una delle filiere più complesse e strategiche per l’Italia, con legami profondi con la città di Torino. Investiamo 8,7 miliardi fino al 2030 – continua – per aiutare le aziende del settore nella transizione ecologica. Vogliamo aumentare la domanda e sostenere l’offerta, puntando sulla ricerca e incentivando la creazione delle competenze necessarie”.

“Investiamo in due pilastri dello stato sociale: la scuola e la sanità. Al Piemonte- spiega ancora il premier- destiniamo 128 milioni per la costruzione di asili nido e 33 milioni per le scuole per l’infanzia. Stanziamo 43 milioni per le scuole innovative, che mettono al centro la sostenibilità e la qualità architettonica degli edifici – un modello sperimentato proprio qui a Torino nelle scuole medie Giovanni Pascoli e Enrico Fermi. Potenziamo le infrastrutture sportive, mettiamo in sicurezza gli edifici scolastici, costruiamo e riqualifichiamo le mense. Investiamo nella medicina territoriale per fornire una maggiore copertura e un’assistenza più mirata, essenziali in un territorio montuoso come quello piemontese”, conclude.

LO RUSSO: CONTI IN EQUILIBRIO PER AFFRONTARE PNRR

“Il ‘Patto per Torino’ che ci accingiamo a firmare costituisce un modello virtuoso che vorremmo rappresentasse, anche in futuro, la modalità di lavoro e di scambio tra la Città e il Governo, un confronto permanente che rende migliore il lavoro di tutti e si riflette al meglio verso i nostri cittadini. Vorremmo iniziasse un nuovo paradigma nei rapporti tra Governo ed enti locali e per noi il modello del ‘Patto’ è il migliore esempio di un lavoro comune e positivo”. Così il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, intervenendo in Consiglio comunale durante la sottoscrizione del ‘Patto per Torino’ alla presenza del presidente del Consiglio Mario Draghi.

Nel suo discorso il sindaco ha parlato delle opportunità del Pnrr e degli investimenti previsti a Torino: “Oggi Torino è ad un bivio storico”, ha aggiunto il sindaco, “un bivio tra la visione nostalgica di quello che è stata e il rilancio verso il futuro. Non è il primo che affronta. Già altre volte si è trovata di fronte a fasi storiche complesse che ne hanno tracciato la rotta. Questa amministrazione ha intrapreso un intenso e duro lavoro. Una macchina amministrativa da ricostruire, una situazione finanziaria sull’orlo del dissesto, modalità gestionali dei processi da rifondare”.

Riguardo i conti, il sindaco ha sottolineato: “È quindi evidente che ci attende un periodo molto intenso”, ha detto dopo aver enumerato i progetti del Pnrr, “per il quale è indispensabile mantenere conti solidi e avere bilanci in equilibrio“.

DAMILANO DISERTA PATTO: SCONFITTA DELLA CITTA’

“Oggi non sono presente in Sala Rossa a rendere omaggio al Presidente Draghi. Non sono presente perché il provvedimento che oggi il presidente Draghi viene a siglare si chiama Salva Città e, permettetemi, io non riesco a gioire nel pensare che la mia città debba essere salvata dopo anni di sciagurate gestioni amministrative, che l’hanno portata a essere con Napoli la più indebitata d’Italia”. Così Paolo Damilano, leader di Torino Bellissima, principale partito di opposizione alla maggioranza che sostiene il sindaco Stefano Lo Russo.

“A chi gioisce dicendo che si tratta di soldi a fondo perduto, vorrei ricordare che parliamo sempre di soldi di contribuenti Italiani, e quindi anche dei Torinesi, e soprattutto che questi soldi legano Torino a impegni concreti e stringenti che si scaricheranno su famiglie e imprese, sulle prossime generazioni”, prosegue Damilano, “chi oggi vuole farci credere che questi miliardi siano solo un regalo o non conosce il significato di ‘fondo perduto’ o è in malafede”.

Damilano ribadisce: “Torino non è più l’Eldorado del lavoro come lo è stata in passato, oggi noi abbiamo bisogno di essere salvati”, e avverte: “E’ l’ultima delle occasioni che ci viene concessa”. Per tutti questi motivi, Damilano chiude: “Permettetemi di non riuscire a gioire oggi per la mia città”. 

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