NAPOLI – “Che un uomo di cultura così poliedrico, esperto di poesia, cinema, teatro, letteratura, e narrazione, un vero artista, riceva la laurea honoris è una bella cosa. Dal paradiso si farebbe una risata”. Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha partecipato alla cerimonia di conferimento della laurea honoris causa a Totò, al secolo Antonio de Curtis, un artista a cui la città “a 50 anni dalla sua morte ha deciso di dedicare – spiega de Magistris – la più grande mostra che ci sia mai stata su Totò, fortemente voluta dalla famiglia. E poi c’è il museo di Totò, un altro obiettivo a portata di mano”.
La giunta del Comune di Napoli “lavorerà anche all’idea, che abbiamo, di inaugurare dei percorsi turistici e culturali per riscoprire i suoi grandi, come Totò, Eduardo e tanti altri. Totò è riuscito sempre – aggiunge il sindaco- a riempire i luoghi anche il giorno del suo funerale e credo sia l’unico artista che puoi riascoltare 50 o 100 volte ma riderai sempre come se lo ascoltassi per la prima volta. Ogni napoletano si rivede in lui, in Totò rivede i propri limiti e le proprie debolezze, l’umorismo, l’ironia, la risata, il pianto e la tristezza. E poi il suo messaggio è quanto mai attualissimo”.
“Tra le centinaia di battute di Totò non posso che citare l’onorevole Tombetta, figlio di Trombone“. E’ “Totò a colori” il film che, secondo il ministro della Cultura, Dario Franceschini, può rappresentare più fedelmente l’attuale situazione politica del Paese. Il ministro scherza con i giornalisti in occasione della cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa alla memoria ad Antonio de Curtis da parte dell’università degli studi di Napoli Federico II. “Sono cresciuto a pane e Totò – ricorda Franceschini -, è una passione che ho ereditato da mio padre e ho trasmesso alle mie figlie, la dimostrazione che Totò attraversa tutte le generazioni e continuerà ad attraversarle. Sono ricordi indimenticabili e anzi uno dei ricordi che conservo da bambino risale al giorno della sua scomparsa: a quell’età pensavo che non avrei più visto i suoi film e invece ho continuato a vederli per tutta la vita e continueranno a vederli tanti italiani che hanno amato la sua comicità e l’hanno ricompensato a furor di popolo rispetto all’incomprensione, per cui Totò ha sofferto molto, di non essere stato apprezzato da critica e da esperti come avrebbe dovuto essere”.
“Totò interpretava la rinnovata concordia che c’era tra popolo e borghesia, lui era molto borghese e aveva una voglia straordinaria di rivendicare le sue origini nobili. Ma prima che nobile di Bisanzio, aveva una nobiltà straordinaria nel cuore”. A dirlo nella sua laudatio ad Antonio de Curtis è Renzo Arbore, ricordando il ‘principe della risata’ a cui oggi l’università Federico II di Napoli ha conferito una laurea honoris causa alla memoria. “Ha consolato tutti con la sua comicità, quello strano folletto micidiale – ricorda Arbore – raccontava l’Italia del dopoguerra, un’Italia bellissima che Totò ha saputo interpretare. Non è solo un artista, è un fenomeno di cultura“.
“Totò ha lasciato una traccia nella vita di tutti noi, nei sentimenti che ha suscitato. E’ stato un artista straordinario che ha saputo farci ridere e ha cambiato perfino il linguaggio di questo Paese”. E’ il ricordo di Vincenzo De Luca, governatore campano, di Antonio de Curtis, in arte Totò, a cui oggi l’università Federico II di Napoli ha voluto destinare una laurea honoris causa. “La sua comicità – dice il presidente della giunta – è stata onorata ed apprezzata quando era ancora in vita ma molti ambienti guardavano a Totò come a un personaggio minore. Gli anni hanno insegnato a tutti a scoprire il suo grandissimo valore”. La cerimonia di oggi alla Federico II “è una bella giornata, diamo un’immagine positiva del Sud e dell’Italia perché Totò è un simbolo di un’Italia ricca di un’umanità che sembra si sia perduta”.
di Nadia Cozzolino, giornalista
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