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Roma, confiscate ville e società per 9 mln euro ad Angelo Balducci/FOTO e VIDEO

Il provvedimento di oggi arriva alla luce della sentenza definitiva di Cassazione del febbraio scorso

Pubblicato:05-04-2017 08:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:05

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ROMA – Nella mattinata odierna, militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno dando esecuzione alla confisca definitiva di beni per un valore complessivo di circa 9 milioni di euro nei confronti di Angelo Balducci, già provveditore alle Opere pubbliche del Lazio e presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. L’odierno provvedimento arriva a conclusione di un lungo iter giudiziario che si è concluso con la sentenza della Corte di Cassazione del 24 febbraio 2017 che lo ha condannato a tre anni e otto mesi per concorso in corruzione aggravata. A indagare su Balducci è stata la Procura di Roma e il Gruppo investigativo Criminalità economico-finanziaria (Gicef) del Nucleo di Polizia tributaria della Capitale. Oggi sono state confiscate 27 unità immobiliari tra ville, appartamenti di pregio e terreni siti nei comuni di Roma, San Giorgio di Pesaro (PU), Montepulciano (Si) e Sappada (Bl); 2 autoveicoli e 1 motoveicolo; rapporti bancari e titoli obbligazionari; quote societarie; disponibilità finanziarie per oltre 3 milioni di euro detenute in Lussemburgo per il tramite di una società fiduciaria. Il valore complessivo di stima è di circa 9 milioni di euro.

Nell’ambito dell’inchiesta ‘Grandi eventi’ sui lavori riguardanti il vertice del G8 de La Maddalena (poi tenutosi a L’Aquila), i Mondiali di nuoto di Roma del 2009 e le celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unita d’Italia, hanno scoperto l’esistenza di illeciti rapporti d’affari tra Balducci e note imprese romane vincitrici di gare pubbliche per oltre 300 milioni di euro. Nello specifico, è emerso che, a fronte dell’illecita assegnazione delle commesse pubbliche, le imprese appaltatrici avevano veicolato ingenti flussi finanziari, anche attraverso società interposte, verso una società cinematografica – direttamente riconducibile al proposto – che si occupava della produzione di film il cui attore principale era il figlio di Angelo Balducci, Lorenzo. Allo stesso modo, i Finanzieri hanno dimostrato che le predette imprese edili avevano finanziato l’acquisto o ristrutturazione di svariati immobili di pregio a favore del nucleo familiare di Balducci. Tali illeciti proventi consentivano al protagonista della vicenda di accumulare un notevolissimo patrimonio, risultato, al termine di ulteriori complesse indagini economico-finanziarie, nettamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

I risultati dei citati approfondimenti investigativi sono stati quindi partecipati dalla Procura della Repubblica di Roma al Tribunale di Roma – Sezione per l’applicazione delle Misure di prevenzione – il quale, condividendo in toto l’impianto accusatorio e ritenendo Angelo Balducci soggetto ‘socialmente pericoloso’ in quanto dedito a reiterate condotte corruttive, ha disposto il sequestro finalizzato alla successiva confisca di beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie detenute anche all’estero. Sulla pericolosità sociale di Balducci, i giudici del Tribunale di Roma hanno evidenziato che “alla luce degli oggettivi accertamenti acquisiti nei vari procedimenti penali instaurati a suo carico, risulta avere pervicacemente approfittato delle proprie funzioni apicali in seno alle amministrazioni, titolari di enormi poteri di spesa in ordine all’assegnazione di appalti pubblici, per procedere in modo sistematico e sfrontato all’arricchimento proprio, dei familiari e dei complici con i quali abitualmente operava (…) si deve rilevare che le dichiarazioni difensive del Balducci sono sfacciatamente false e smentite obiettivamente dalle fonti di prova acquisite nei processi penali a suo carico, a conferma della pericolosità del proposto e della totale assenza di qualunque resipiscenza”.


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