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Davanti al liceo Carducci di Milano striscione contro Meloni e Valditara: il preside condanna e il ministro lo loda

Nello striscione il simbolo degli anarchici e le figure a testa in giù della premier e del titolare dell'Istruzione

Pubblicato:05-03-2023 13:33
Ultimo aggiornamento:06-03-2023 11:09

giuseppe_valditara
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ROMA – “Complimenti ad un preside coraggioso, consapevole del suo alto ruolo istituzionale“. Lo scrive sul proprio profilo Twitter il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il preside coraggioso è Andrea Di Mario: il dirigente scolastico del liceo Carducci di Milano ha inviato una lunga lettera a studenti, famiglie e personale scolastico per condannare quanto accaduto la mattina di ieri davanti alla sua scuola. All’ingresso del liceo milanese è infatti stato appeso uno striscione con impressa la lettera ‘A’, simbolo di anarchia, e la scritta ‘Ma quale merito, la vostra è solo violenza’. Accanto allo striscione anche le figure a testa in giù e con due croci sugli occhi del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dello stesso ministro Valditara.

IL PRECEDENTE DI FIRENZE

La reazione del titolare di viale Trastevere è ben diversa dalla definizione di “ridicola e impropria” data alla lettera circolare della preside del ‘Da Vinci’ di Firenze in seguito all’aggressione contro gli studenti del Michelangiolo. In quell’occasione su Valditara, che aveva anche ventilato l’ipotesi di provvedimenti, si era scatenato un vero e proprio caso politico, con la richiesta di dimissioni da parte delle opposizioni e la convocazione di un corteo a difesa della scuola e della Costituzione che si è svolto ieri a Firenze.

LA LETTERA DEL PRESIDE DEL CARDUCCI

Nella missiva, il preside Andrea Di Mario condanna il gesto, definendolo “brutale, brutto, violento, pesante. Sono innanzitutto dispiaciuto per le figure istituzionali coinvolte; sono dispiaciuto anche per tutti gli studenti del liceo, che hanno dovuto assistere a questo spettacolo misero mentre entravano a scuola, come ogni giorno. Siamo tutti dispiaciuti perché non ci riconosciamo in questo linguaggio – scrive il dirigente scolastico – in questi modi che sono per noi completamente inediti e preoccupanti e che rifiutiamo. Gli studenti del liceo immediatamente si sono dissociati – ricorda il preside del Carducci – tramite i loro rappresentanti e la comunità scolastica tutta, studenti, docenti, non docenti, ex studenti condanna nel modo più netto l’atto di intimidazione avvenuto”.

Sottolineando che “il Liceo Classico Statale Giosuè Carducci di Milano è da sempre e sempre più uno spazio plurimo, aperto, pacifico e democratico”, Andrea Di Mario scrive poi che “oggi abbiamo ricevuto un danno doloroso. Continueremo come sempre e sempre più a promuovere i valori della democrazia, della tolleranza e del pluralismo indicati nella Costituzione, mantenendo sempre spalancata la porta del dialogo educativo, anche con chi, come in questo caso, eventualmente se ne è discostato, fermo restando l’impegno a cercare di individuare e perseguire le responsabilità del gesto“.

Nel testo si legge inoltre che “il Carducci è anche una scuola di politica, perché qui gli studenti hanno la possibilità di apprendere a praticare il culto della rappresentanza, del confronto, anche alla pari fra docenti e studenti, nella Commissione paritetica. Il carducciano è rigoroso e non accetta la logica da curva violenta. La politica è passione, coraggio, rispetto assoluto, ma soprattutto preparazione, capacità di informarsi e argomentare, oltre lo slogan e anche oltre la retorica“.

“Siamo il liceo Classico più popoloso di Milano e della Città metropolitana – ricorda il dirigente scolastico – siamo il liceo di piazzale Loreto, un luogo dove si sono consumate atrocità bestiali, uccisioni, sangue su sangue, vilipendio. Il Carducci c’era già, dal 1932, il cosiddetto ‘liceo moderno’. Si dovrebbe essere moderni e saper guardare al futuro, anche di questa stessa piazza, riprogettarla, perché non vi si respira, si muore sotto un camion andando in bicicletta. Questi sono gli argomenti, le azioni per rendere sempre migliore la scuola pubblica, per i suoi studenti”.

PARLA UN EX STUDENTE DEL CARDUCCI

Nella parte finale della lettera, il dirigente scolastico del liceo Carducci di Milano lascia spazio alle parole di un ex studente. “Posso solo immaginare gli umori dopo i cartelli e le notizie. Sono sicuro che i ragazzi non c’entrino nulla. So anche che con il dialogo comunque riuscirete a far emergere tutti i possibili disagi che gli studenti sentono, come già avete avuto modo di dimostrare in passato”.

“I titoli dei giornali – afferma infine l’ex studente – che parlano di ‘liceo Carducci’ quando i cartelli sono di fronte al liceo, su un altro edificio, gettano una luce un po’ poco nobile ma… Davvero sono certo che ragazzi e genitori capiranno la qualità dell’ambiente, delle persone e delle proposte. Vedranno chiaramente che questa è ed è sempre stata la cifra distintiva del nostro Liceo”. “Meritiamocelo”, conclude il dirigente scolastico del liceo Carducci di Milano, Andrea Di Mario.

CONTE: “VALDITARA DEMOCRATICO A INTERMITTENZA”

“Il ministro dell’Istruzione Valditara non si smentisce: il suo spirito democratico e il richiamo dei principi costituzionali affiorano a intermittenza, a seconda del contesto“. Lo scrive il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, su Facebook. “Il ministro colpisce con critiche e censure la preside Savino, che ha scritto una lettera ineccepibile per condannare la violenta aggressione agli studenti fiorentini del Liceo ‘Michelangiolo’, mentre interviene prontamente ad applaudire la lettera del preside Di Mario, del liceo milanese ‘Carducci’, che giustamente condanna le inqualificabili immagini e relativi messaggi contro il ministro stesso e il Presidente del Consiglio”.

“Quest’ultimo gesto è sicuramente deplorevole – sottolinea Conte -, e noi lo condanniamo con fermezza e senza indugio – ricordo che siamo già intervenuti per primi, lo scorso novembre, a condannare gesti analoghi occorsi a Bologna. Ma che scuola è quella a cui pensa il ministro Valditara e a quali valori dovrebbe ispirarsi? Quando si offendono gli esponenti delle Istituzioni si interviene prontamente, mentre quando vengono picchiati studenti – peraltro ad opera di militanti che si riconoscono nel partito di maggioranza relativa al governo – si censura l’educatore che condanna l’aggressione”.

I valori democratici, i principi costituzionali non si possono invocare a corrente alternata, a seconda del contesto e delle circostanze di comodo. Non lasciamo dividere l’Italia in particolare quando ragioniamo sul progetto formativo ed educativo offerto ai nostri giovani – prosegue l’ex premier – Dobbiamo batterci per un’offerta scolastica di alta qualità per tutti, da Nord a Sud. Dobbiamo contrastare i tagli e i tentativi di operare differenziazioni che finiscono per aumentare le diseguaglianze già esistenti. E quanto ai valori in gioco, sia chiaro: noi apprezziamo il gesto di entrambi i presidi e ribadiamo l’universalità dei principi richiamati nei loro messaggi agli studenti. L’Italia è una e, viste le scelte di questo Governo, la difesa della Costituzione e della scuola spetta a noi – tanto nelle Istituzioni quanto nelle strade del Paese”, conclude il presidente M5S.

ANCHE LA DEM MALPEZZI LODA LA LETTERA DEL PRESIDE

“Con una bellissima lettera dal grande valore educativo, il dirigente scolastico del Liceo Carducci di Milano ha condannato il gesto ‘brutto brutale e violento’ – seppure isolato – di ieri”. Lo dice Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd, ricordando che il preside “ha espresso il suo dispiacere per le figure coinvolte, per gli studenti, per il personale scolastico perché non si riconoscono in quel linguaggio, in quei modi preoccupanti che rifiutano. Ma ha anche ribadito il lavoro che ogni giorno si fa nella sua scuola per promuovere i valori della democrazia, della tolleranza e del pluralismo indicati nella Costituzione, mantenendo sempre spalancata la porta del dialogo educativo e del rispetto reciproco”.

Malpezzi prosegue: “I dirigenti fanno il loro lavoro: condannano fermamente ciò che è violenza, suscitano una riflessione, promuovono il dibattito. Ed è bello vedere anche le reazioni degli studenti che si sono dissociati proprio perché non si sono riconosciuti in quel gesto. Si fa così! Firenze e Milano unite da un unico messaggio di grande di civiltà, di educazione. Lezioni che vengono dalla scuola di cui dobbiamo essere orgogliosi. Lezioni che vengono da due dirigenti scolastici che ringraziamo”.

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