NEWS:

Ucraina, da Roma l’appello delle rifugiate: “No alla guerra”

“Avrebbe dovuto esserci oggi il video messaggio delle donne russe, la Rete delle madri dei soldati. Il fatto che non abbiano potuto mandare il video dice anche tanto sulla censura"

Pubblicato:05-03-2022 16:58
Ultimo aggiornamento:05-03-2022 16:58

ucraina
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Vengo dalla Siria grazie ai corridoi umanitari che hanno dato una risposta alla guerra, permettendomi di ricostruire la mia vita studiando e lavorando. Oggi vedere questa nuova guerra in Ucraina mi riapre le ferite: è la scienza della distruzione. Crea fame, dolore, morte. Io ripudio la guerra come la ripudia anche l’Italia. Mettiamo fine alla guerra“. Lo ha detto Jasmine Abdul Azeem, rifugiata siriana, dal palco della manifestazione a piazza San Giovanni in Laterano,  a Roma, dal titolo ‘Cessate il fuoco. Per un’Europa di pace’, convocata dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e con l’adesione di numerose organizzazioni della società civile italiana per la pace.

Nel corso degli interventi è stato letto anche il messaggio della poetessa e artista dì Gaza Samar Malaak: “Ho 22 anni e sono cresciuta sotto l’occupazione israeliana e voglio esprimere la mia solidarietà al popolo ucraino. Prego e spero che la guerra finisca e le future generazioni possano vivere in pace ovunque nel mondo, come in Afghanistan Iraq, Siria, Palestina, Yemen”.

Una delle rifugiate afghane portate in Italia dall’associazione Pangea ha aggiunto: “Dobbiamo essere contro la guerra. Io vengo dall’Afghanistan, dove la guerra dura da 45 anni. I talebani ora hanno rimosso le donne da qualsiasi professione e posto della vita pubblica. Ma senza le donne non si raggiungere la pace”.


Raffaella Chiodo Karpinsky, attivista di origini russe, dichiara: “Avrebbe dovuto esserci oggi il video messaggio delle donne russe, la Rete delle madri dei soldati composta anche da ucraine e dalle bielorusse, e questo dice molto. Il fatto che non abbiano potuto mandare il video dice anche tanto sulla censura. Raccontano- continua l’attivista- storie terribili di ciò che accade ai loro figli, ma anche ai giornalisti e alle giornaliste, che hanno combattuto anche in solitudine purtroppo in questi anni”.

Hanno aderito al corteo anche Arci, Acli, Libera, Emergency, Legambiente, Cgil, Movimento Nonviolento, Un Ponte Per, archivio Disarmo, Associazione ONG Italiane, Link 2007, Rete della Conoscenza, Anpi, Greenpeace e molte altre ancora.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it