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Covid, Friuli Venezia Giulia e Veneto arancioni. La Campania è zona rossa

Il ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato le nuove ordinanze in vigore da lunedì: escludendo la Sardegna che è in zona bianca, dalla prossima settimana saranno gialle Valle d'Aosta, Liguria, Lazio, Calabria, Puglia e Sicilia, arancioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Umbria, Toscana e le province autonome di Bolzano e Trento, oltre alla Lombardia in arancione 'rafforzato', mentre Campania, Basilicata e Molise saranno in zona rossa

Pubblicato:05-03-2021 15:40
Ultimo aggiornamento:08-03-2021 13:46

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ROMA – Passano in area arancione le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, mentre entra in zona rossa la Campania. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 8 marzo.

In pratica, escludendo la Sardegna che è l’unica regione in zona bianca, dalla prossima settimana saranno gialle Valle d’Aosta, Liguria, Lazio, Calabria, Puglia e Sicilia, arancioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Umbria, Toscana e le province autonome di Bolzano e Trento, oltre alla Lombardia in arancione ‘rafforzato’, mentre Campania, Basilicata e Molise saranno in zona rossa.

IL REPORT DELL’ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITÀ

“L’incidenza settimanale complessiva si sta rapidamente avvicinando alla soglia di 250 casi per 100.000 abitanti, che impone il massimo livello di mitigazione possibile. Questa soglia è già stata superata dalla Provincia Autonoma di Trento (385,02 per 100.000 abitanti), dalla Provincia Autonoma di Bolzano (376,99 per 100.000 abitanti), dall’Emilia-Romagna (342,08 per 100.000 abitanti), dalle Marche (265,16 per 100.000 abitanti) e dalla Lombardia (254,44 per 100.000 abitanti)”. È quanto si legge nella bozza dell’ultimo Report sull’andamento dell’epidemia, relativo al periodo dal 22 al 28 febbraio, redatto dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute e sulla base del quale sono stati decisi i nuovi colori delle Regioni. “Si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio– prosegue il Report- Sei Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche) hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020“.


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Sono invece “14 (vs 10 la settimana precedente) le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio moderato (di cui nove ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane)- si legge ancora sul Report- e solo una (Sardegna) con rischio basso (vs sei la settimana precedente). Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Molise) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno”, conclude.

RT MEDIO PARI A 1,06, IN AUMENTO RISPETTO ALLA SETTIMANA PRECEDENTE

“Nel periodo 10-23 febbraio l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,06 (range 0,98- 1,20), in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra 1 per la prima volta in sette settimane”. I dati emergono dall’ultimo Monitoraggio della Cabina di Regia curato dall’Istituto superiore di Sanità.

CRESCE DA 24 A 26% IL TASSO OCCUPAZIONE DELLE TERAPIE INTENSIVE

“Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% vs 24% della scorsa settimana)”, si legge nel monitoraggio. “Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.146 (23/02/2021) a 2.327 (02/03/2021)- prosegue il monitoraggio- anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18.295 (23/02/2021) a 19.570 (02/03/2021)”.

FORTE AUMENTO DI NUOVI CASI NON ASSOCIATI A CATENE TRASMISSIONE

“Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (41.833 vs 31.378 la settimana precedente) e scende la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (28,8% vs 29,4%). Scende anche la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1% la settimana precedente)”, emerge dall’ultimo monitoraggio sulla situazione Covid-19 in Italia.

BRUSAFERRO: “250 CASI OGNI 100MILA ABITANTI, È ALLARME

“Il dato di 250 casi ogni 100mila abitanti non è un alert ma un allarme, quindi servono assolutamente misure di mitigazione, del resto anche l’Rt sopra 1 per quasi tutte le Regioni ci indica chiaramente che l’epidemia si sta espandendo”. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, intervenendo alla presentazione dei dati della cabina di regia Iss-ministero della Salute sul monitoraggio dell’epidemia da Covid-19.

“Sappiamo che la variante inglese, dominante, ha un trasmissibilità del 35-38% superiore. Dove necessario, quindi, dobbiamo alzare le misure di mitigazione e contenimento, anche perché stiamo superando i 250 casi per 100mila abitanti”, aggiunge Brusaferro, rispondendo alla domanda se occorrono altre misure oltre quelle contenute nell’ultimo Dpcm per contrastare la crescita del virus.

“Dobbiamo pensare che non stiamo chiudendo le scuole, ma dobbiamo fare più didattica a distanza. Serve intervenire per contenere la trasmissione, oltre quella familiare, anche in queste fasce di età, perché vediamo un aumento dei casi”. Cosi’ il presidente dell’Istituto superiore di Sanita’, Silvio Brusaferro, rispondendo alla domanda se occorrono altre misure oltre quelle contenute nell’ultimo Dpcm per contrastare la crescita del virus.

REZZA: “SCENARIO PREOCCUPANTE, ANCHE POSTI IN INTENSIVA AUMENTANO”

“Lo scenario non è affatto ottimistico, sia per i dati dell’Rt sia per i ricoveri in intensiva che salgono al 26% dopo diverse settimane in cui erano stabili al 24%”. Così Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della salute, commentando i dati della cabina di regia sul monitoraggio settimanale dell’epidemia da Covid-19. “L’allarme delle varianti, non a caso abbiamo fatto due flash survey, è considerevole, soprattutto sulla variante brasiliana: a Manaus, da dove si è diffusa e che nella prima ondata aveva colpito il 70% delle persone, si sono rilevati diversi casi di reinfezione. La buona notizia è che sembra che i vaccini siano maggiormente efficaci rispetto alla carica anticorpale sviluppata con l’infezione naturale da virus. La variante brasiliana era presente in più del 4% dei ceppi isolati, quattro settimane fa, con la nostra flash survey, ma è ancora poco studiata e ha una conformazione singolare della spike che ci allarma. Per questa ragione va monitorata attentamente, tanto che abbiamo chiesto a tutte le Regioni di dispiegare misure di contenimento e mitigazione maggiori, perché questa variante va assolutamente contenuta”. Rezza quindi non è ottimista e anzi ribadisce che “ci aspettano quindi almeno uno o due mesi ancora duri, sperando che con l’arrivo del caldo e di più soggetti vaccinati, riusciremo ad uscirne. Dobbiamo però dare una forte accelerazione alla campagna vaccinale”.

“C’è un aumento percepibile questa settimana: siamo a circa 24mila casi oggi. Quello che dicevamo nei giorni scorsi non era quindi allarmismo ma una previsione a ragion veduta che speriamo quindi di contenere”.

REZZA: “POSSIBILI SETTE DOSI IN PREPARAZIONE FIALE PFIZER”

“Se siamo bravi ad ottenere la settima dose nella preparazione del vaccino Pfizer, va bene, purché però non si prelevi anche da un’altra fiala. All’inizio avevamo individuato cinque dosi, poi passate a sei. Rispetto all’efficacia del vaccino AstraZeneca, ci sono sempre più studi che mostrano che anche dopo la prima dose si ottiene una maggiore copertura, 90%, anche rispetto al vaccino a mRna. Pertanto se somministrato con le indicazioni date e con richiamo a 12 settimane, il vaccino mostra un’efficacia molto alta anche per i più anziani. Tanto che la Germania ha deciso di utilizzarlo anche per gli over65 e questo non è in contrasto con quanto stabilito da Ema ed Aifa, indicazione peraltro raccomandata anche dall’Oms”.

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