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VIDEO | Un emigrato a Parigi scuote Macron e la Françafrique

Virale il video in cui il presidente gli promette che "farà pressioni" e telefonerà a Biya. Alla fine, domenica, il colloquio c'è stato

Pubblicato:05-03-2020 11:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:06

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ROMA – Va in piazza con  quelli della Brigade Anti-Sardinards, che non ce
l’hanno con le “sardine” italiane ma denunciano  la corruzione del potere”. È “un tipo” per il governo del Camerun, “un senegalese” nel delirio social e un eroe per chi da quasi 40 anni contesta il “dittatore” Paul Biya. E’ stato lui, all’anagrafe Abdoulaye Thiam, per tutti Calibri Calibro, arrivato ragazzo in Francia attraversando Sahara e Mediterraneo, ad accendere la miccia nei rapporti tra Parigi e Yaoundé. Guardare per credere: in un video divenuto virale si avventa su Emanuel Macron all’uscita del Salone dell’agricoltura, urlando del massacro di donne e bambini a Ngarbuh, un villaggio finito nel mezzo del conflitto tra esercito e separatisti dove il 14 febbraio sono state uccise almeno 22 persone.

Il presidente francese si volta, si fa strada tra la folla e gli promette che “farà pressioni” e telefonerà a Biya. Alla fine, domenica, il colloquio c’è stato. In una nota, che la rivista Jeune Afrique definisce “laconica”, l’Eliseo ha fatto sapere che i capi di Stato “hanno concordato sulla necessità di un’inchiesta imparziale”. A Yaoundé, nel cuore della Françafrique, l’Africa delle élite legate agli ex colonizzatori, alcune centinaia di militanti filo-governativi avevano intanto manifestato sotto l’ambasciata di Parigi. “Biya è un uomo di pace” e “non ha bisogno di lezioni” avevano scandito, senza far cenno alle elezioni, quelle appena invalidate nelle regioni separatiste dell’ovest a maggioranza anglofona per via del rischio di brogli e violenze. Di Thiam, a ogni modo, si continua a parlare. Di lui si sa che ha madre camerunense e padre immigrato dal Senegal. Con le Brigade Anti-Sardinards, un movimento nato nella diaspora dopo l’esplosione della crisi separatista nel 2016, che ha provocato migliaia di profughi, dice di battersi contro Biya e tutti i politici che stanno al potere solo per “mangiare”. E sui rapporti tra Parigi e Yaoundé, dopo l’incontro con Macron, non ha cambiato idea. “Lo sanno tutti” ha detto all’emittente Africa Media: “E’ la Francia a governare il Camerun, il vero presidente del Camerun è Macron”.


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