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Allarme Coldiretti, “Il falso Parmigiano sorpassa quello vero”

Protesta a Bologna. In Emilia Romagna "persi 8 miliardi"

Pubblicato:05-03-2015 13:21
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:09

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parmesan 2BOLOGNA -“La produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha sorpassato per la prima volta quella degli originali nel 2014, provocando addirittura il calo del valore delle esportazioni, in controtendenza al record fatto segnare all’estero dall’agroalimentare made in Italy ma anche ai positivi risultati registrati da altri formaggi, dal pecorino al Gorgonzola”.
E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in vista dell’Expo nel primo ‘Dossier sul mercato del Parmigiano Reggiano, tra crisi ed opportunità’ presentato dalla Coldiretti, a Bologna, nella mobilitazione in piazza per la prima volta del popolo del Parmigiano, con migliaia di produttori, casari, stagionatori, gastronomi e consumatori. “Sotto accusa- sottolinea la Coldiretti- la moltiplicazione selvaggia delle imitazioni in tutti i continenti che sono state smascherate e messe alla gogna con la prima operazione verità realizzata a tre anni dal sisma che ha colpito duramente il sistema produttivo del formaggio italiano piu’ noto al mondo”.

parmesanNel 2014 la produzione delle imitazioni del Parmigiano e del Grana “ha superato i 300 milioni di chili realizzati per poco meno della metà negli Stati Uniti, dal falso parmigiano vegano a quello prodotto dalla Comunità Amish, dal parmesan vincitore addirittura del titolo di miglior formaggio negli Usa al kit che promette di ottenerlo in casa in appena 2 mesi, ma anche quello in cirillico che si è iniziato a produrre in Russia dopo l’embargo, il parmesao brasiliano, il reggianito argentino e il parmesan perfect italiano ma prodotto in Australia. E sono solo alcuni degli esempi di falsificazioni portate in piazza che- denuncia la Coldiretti- tolgono spazio di mercato al prodotto originale”.

“Se gli Stati Uniti sono i ‘leader’ della falsificazione con le produzioni in Wisconsin, California e New York, le imitazioni sono molte diffuse dall’Australia al Sud America ma anche nei Paesi emergenti, mentre sul mercato europeo ed in Italia sono arrivati i cosiddetti similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano reggiano e Grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione”. In questo contesto, continua la Coldiretti, “è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede per la prima volta azioni di contrasto all’italian sounding che trova nel Parmigiano Reggiano e nel Grana Padano la maggiore espressione a livello internazionale, tra tutti i prodotti agroalimentari made in Italy”. Occorre però anche cogliere “l’occasione della trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) che- sostiene la Coldiretti- è un appuntamento determinante anche per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding molto diffuso in Usa che rappresenta il primo mercato di falsificazione del Parmigiano e del Grana”. A questa realtà “se ne aggiunge pero’ una ancora piu` insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa dai paesi piu` svariati la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero made in Italy’, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta”, conclude la Coldiretti.


LA PROTESTA A BOLOGNA – Decine di allevatori in piazza a Bologna per protestare contro la proliferazione incontrallata dei falsi Parmigiano reggiano, fenomeno che, calcola Coldiretti, produce danni miliardari al sistema produttivo emiliano- romagnolo. “Solo nella nostra regione abbiamo stimato un furto di 8 miliardi in termini di valore. Parliamo di 30.000 mila posti di lavoro. Sono due questioni che non possono passare inosservate”, avverte il presidente regionale dell’associazione agricola, Mauro Tonello, da piazza XX Settembre. “Subiamo un furto in termini di identità e anche in valori economici”, protesta Tonello, mostrando alcuni esempi di come nel mondo venga contraffatto il Parmigiano reggiano. “Lo vediamo bene dalle produzioni che abbiamo portato oggi, dal falso made in Italy, che per il nostro Paese ammonta a 60 miliardi di euro di valore. Ci rubano l’identità perchè appiccicano la nostra bandiera italiana, il nostro nome un po’ su tutte i loro prodotti”, osserva il presidente regionale di Coldiretti. “C’è chi mette la bandiera italiana o chi mette un nome che è simile al nostro. Di fatto, non commette nessun illecito, ma trae in inganno il consumatore”, spiega. “Copiano formaggio, prosciutto, spaghetti, pomodoro. Prodotti falsi che, in giro per il mondo, occupano spazi che vengono tolti ai nostri”, è l’amara constatazione di Tonello. “Abbiamo bisogno che tutte le istituzioni di mobilitino affinchè l’origine delle materie prime in etichettatura sia un obbligo perle nostre produzioni e che gli accordi bilaterali o trilaterali che si vanno a fare a livello internazionale tengano conto della difesa dei nostri marchi”, conclude.

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