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In Valle d’Aosta si rischia meno di morire d’infarto

Scacciatella: "Équipe, competenza e tempestività sono fondamentali"

Pubblicato:05-02-2023 15:39
Ultimo aggiornamento:05-02-2023 15:39
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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 5 feb. – Da una comparazione con i dati nazionali, la Valle d’Aosta risulta la regione più virtuosa in Italia rispetto a un indicatore di assistenza sanitaria, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per gli infarti miocardici acuti, le forme più gravi. Il dato valdostano è del 3,74%, mentre la media italiana è del 7,06%. Il rischio relativo è dello 0,5, quindi il rischio di morire si riduce della metà rispetto alla media nazionale. Anche per quanto riguarda la mortalità a 30 giorni estesa a tutti i tipi di infarto, la percentuale valdostana è più bassa della media italiana: 5,71% contro 7,74%. In Valle, il rischio di morire per un infarto nei pazienti ospedalizzati è del 26% inferiore rispetto alla media nazionale.

“La mortalità a 30 giorni dal ricovero per infarto acuto del miocardio misura la qualità dell’intero processo assistenziale del paziente infartuato- dice il primario di Cardiologia dell’ospedale Umberto Parini, Paolo Scacciatella- a partire dall’accesso ai servizi di emergenza fino alla presa in carico dai cardiologi in pronto soccorso e al follow up successivo”. Per Scacciatella, “per ottenere questi risultati ci vogliono un’équipe cardiologica in grado di reagire velocemente, competenza e tempestività. Questi risultati, inseriti tra l’altro in un trend positivo negli ultimi tre anni, ci ripagano di un grande lavoro di squadra”. Negli attacchi cardiaci il fattore tempo è essenziale in ogni fase. “Le prime due ore sono fondamentali perché l’infarto è una patologia tempo-dipendente e i risultati dipendono dalle performance di velocità del sistema- aggiunge ancora il primario-. Nella catena temporale c’è anche il fattore paziente-dipendente, ossia quanto il malato riconosce subito il sintomo e chiama il 118”.

Il primario aggiunge un altro dato: “Il 77% dei pazienti che arriva al nostro ospedale viene trattato entro i primi 90 minuti (il gold standard), contro il 71% della media italiana. Questo è un importante indicatore di funzionamento ospedaliero”.


Il direttore della struttura di Cardiologia elenca i vari passaggi: “Il meccanismo virtuoso parte dal 118 che fa la trasmissione telematica dell’elettrocardiogramma anticipando all’ospedale l’arrivo del paziente critico. Al pronto soccorso avviene la diagnosi clinica tempestiva del cardiologo e il trattamento di angioplastica in sala emodinamica. Il paziente viene poi spostato in Terapia intensiva cardiologica, dove prosegue le cure. Se il processo funziona bene, impatta sulla mortalità, riducendola in modo sensibile”.
La struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale di Aosta conta 16 cardiologi ed esegue 1.300 ricoveri l’anno, più di 1.000 procedure di emodinamica e cardiologia interventistica (coronarografia, angioplastica, interventistica strutturale), 400 di elettrofisiologia impiantistica (pacemaker), 100 di elettrofisiologia ablativa, circa 8.000 ecocardiogrammi e più di 50.000 prestazioni ambulatoriali.

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