ROMA – “La guerra di Erdogan e’ sempre stata una guerra contro le donne“. Lo spiega all’agenzia DIRE Sveva Haretter, della Rete Kurdistan che oggi a Roma ha organizzato una protesta in sostegno dei curdi, e contro la visita del presidente Racep Tayyip Erdogan. Secondo Haretter, l’oppressione di cui il presidente e il suo governo sono responsabili “ha luogo nel Rojava”, la regione a maggioranza curda nella Siria del nord, e in particolare “contro una rivoluzione in cui le donne combattono in prima linea (contro i gruppi jihadisti come lo Stato islamico, ndr)”, ma anche in Turchia, “dove sono state chiuse per prime, tra i movimenti della societa’ civile, le associazioni femminili”.
Preoccupante secondo l’attivista anche il fatto che nell’anatolico di recente le istituzioni religiose “abbiano legalizzato i matrimoni con bambine a partire dai 9 anni. Inoltre in molte citta’, per risolvere il problema delle molestie, sono stati creati gli ‘autobus rosa’, riservati alle donne”. La decisione in Turchia ha sollevato polemiche, in quanto finirebbe per “criminalizzare” la vittima piuttosto che il colpevole, aumentando “la segregazione di genere“, come ha spiegato la scrittrice e opinionista turca Elif Shafak sul ‘Guardian’ qualche settimana fa.
E Sveva Haretter e’ d’accordo con lei: “E’ lo stesso paradosso che avviene da noi Italia: per l’incidente di Macerata di sabato, si da’ la colpa agli immigrati, e non alla violenza razzista”. Si riferisce al giovane che, dall’auto in corsa, ha fatto fuoco contro alcuni migranti africani che camminavano in pieno giorno, per “punire” la presunta responsabilita’ di un immigrato nigeriano nell’omicidio di una giovane italiana.
Quindi la rappresentante della Rete ricorda la testimonianza della portavoce di Mambij, in Siria, secondo cui nei giorni scorsi militari turchi avrebbero oltraggiato corpi di due combattenti curde. “Non e’ la prima volta peraltro che viene fatto scempio del corpo di combattenti donne” accusa Haretter. “È un atto che mira ad offuscare la capacita’ di resistenza, la determinazione e il coraggio delle donne”.

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