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Scuola, tra i presidi è allarme: “Tra pochi giorni avremo migliaia di classi in quarantena”

Per Rusconi, presidente Anp Lazio, un ritorno alla dad sarà inevitabile in assenza di un protocollo serio

Pubblicato:05-01-2022 13:14
Ultimo aggiornamento:05-01-2022 13:16

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ROMA – “Siamo favorevoli alla didattica in presenza, ma che sia accompagnata da un protocollo di sicurezza serio. Accetteremo le decisioni del governo, ma se si riapre così, tra qualche giorno avremo migliaia di classi in quarantena“. A lanciare l’allarme, a poche ore dalla decisione sulle modalità di ripresa delle lezioni che verranno analizzate oggi in Consiglio dei ministri, è Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma.

“Da troppo tempo stiamo assistendo a una serie di proposte, le più varie possibili, dallo scaglionamento delle entrate alla divisione tra studenti vaccinati e non. Ma qui manca un protocollo serio portato avanti da Asl, enti locali, esercito e ministero della Salute– spiega Rusconi all’Agenzia di stampa Dire- In vista del rientro in classe molte famiglie stanno testando gli studenti e ci segnalano i casi positivi. Questo è un gesto molto responsabile, ma non possono essere sempre i cittadini a farsi carico di questi interventi”. Anche le eventuali misure che verranno prese nella giornata di oggi, quindi, per Rusconi sono “tardive”, perché “molte scuole riapriranno il 7, tra soli due giorni”. Il mondo della scuola, quindi, è costretto ancora una volta a pagare il prezzo più alto per le aperture del periodo natalizio. Per il presidente di Anp Roma, “non bisognava fare un ‘liberi tutti’ durante le vacanze, per poi far pagare sempre alla scuola. Siamo per le lezioni in presenza, ma la didattica in aula così sarà ostacolata dalle stesse istituzioni”.

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Secondo Mario Rusconi, infatti, “i protocolli di sicurezza riguardano soprattutto gli enti locali, ma in quasi nessuna città italiana sono state introdotte misure di areazione e screening a tappeto“. Piuttosto, per il presidente di Anp Roma, si poteva utilizzare questo periodo per potenziare le competenze dei docenti sulla Didattica a distanza. “Tra qualche giorno torneremo in Dad senza aver fatto un piano di formazione serio ai docenti. E ancora molti insegnanti pensano che stare davanti al pc sia la stessa cosa di stare davanti alla lavagna”. Ma tra i problemi della ripresa c’è anche quello del personale: tra no vax, docenti in quarantena o positivi, ci sono “diverse migliaia di insegnanti che non saranno in cattedra il 10 gennaio. E non sarà facile sostituirli, perché alle superiori in alcune materie abbiamo esaurito le graduatorie. Quindi saremo costretti a ricorrere ai laureandi- spiega Rusconi- sento intellettuali e personaggi stimati parlare del ritorno a un esame di maturità serio. Ma non si sono resi conto che la scuola è stata massacrata in questo periodo? Gli studenti hanno perso due anni di lezioni. Ormai quasi tre”. 

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