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Terrorismo, Gentiloni: “Radicalizzazione in carcere e sul web, no a equazioni con flussi migratori”

Il Presidente del Consiglio affronta in conferenza stampa i pericoli legati al terrorismo per il nostro paese

Pubblicato:05-01-2017 10:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:46

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ROMA – “Il percorso di radicalizzazione oggi si sviluppa soprattutto in alcuni luoghi: nelle carceri da un lato, nella rete web dall’altro. Lavorare sulle carceri e sul web e’ uno dei compiti principali nell’attivita’ di prevenzione alla quale gli esperti ci sollecitano: prevenzione, prevenzione, prevenzione”. Cosi’ il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Affrontando, insieme al ministro dell’Interno Marco Minniti, il tema della sicurezza nel nostro paese, il premier sottolinea come “non è autorizzata l’equazione tra flussi migratori e minaccia terroristica“.


“Abbiamo bisogno di politiche migratorie sempre più efficaci- dice il premier- che coniughino la grande attitudine umanitaria di soccorso e accoglienza che caratterizza e caratterizzerà il nostro Paese, e contemporaneamente la capacità di avere politiche di rigore nei rimpatri. Questa è la bussola con la quale si muove il governo”.

“SITUAZIONE IN ITALIA PIU’ RASSICURANTE”

“Gli esperti ci consegnano un quadro da cui emergono alcune caratteristiche italiane. E’ molto importante non confondere la lettura di questi percorsi come se fosse identica in tutti i paesi occidentali. C’e’ una specificita’ del nostro paese“. Prosegue il presidente del consiglio Paolo Gentiloni.

“Per certi versi- aggiunge- e’ piu’ rassicurante, nel senso che le dimensioni numeriche della radicalizzazione sono minori che in altri paesi. Ma il fatto di avere un numero minore di persone radicalizzate o di foreign fighters non deve indurci in nessuno modo a sottovalutare il fenomeno e a trascurare la necessita’ di capirlo”.

 

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