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ROMA – “Sfollamenti di massa” si stanno registrando ad Hama, quarta città della Siria, e dai villaggi della provincia settentrionale e occidentale, dopo gli intensi sviluppi bellici delle ultime ore. Dopo mezzanotte, “le forze del presidente Bashar Al-Assad hanno lanciato una controffensiva” per fermare l’avanzata verso Hama dei ribelli del gruppo armato Hayat Tahrir al-Sham (Hts), come riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), riportando di attacchi aerei per respingere il tentativo della milizia islamista di prendere la quarta città del Paese. Anche i ribelli, secondo la stessa fonte che ha testimoni sul terreno, avrebbero bombardato vari quartieri della città. Ciò sta causando “una grande ondata di sfollati” a causa degli scontri che stanno interessando il perimetro della città. Il Sohr riporta di famiglie in fuga anche dai villaggi della provincia settentrionale e occidentale, dopo i combattimenti di ieri.
In una nota, l’esercito siriano ha affermato che le sue forze stanno colpendo “organizzazioni terroristiche” anche nella provincia Idlib, con il supporto dell’aviazione russa, Paese da tempo alleato del governo nel respingere gruppi e milizie che vorrebbero rovesciarlo. Stamani, in un briefieng con i giornalisti, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova è intervenuta per denunciare una “evidente traccia ucraina” nel riaccendersi del conflitto in Siria, che da quattro anni si era fermato. Lo scrive l’agenzia Tass. Zakharova ha dichiarato: “Condanniamo fermamente questo attacco, condotto da individui riconosciuti come terroristi dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sottolineiamo la presenza di una chiara traccia ucraina tra i ranghi dei militanti stranieri, compresi quelli provenienti dallo spazio post-sovietico”.
La portavoce ha citato dei “report” secondo cui i servizi di intelligence del governo di Kiev starebbero fornendo armi e competenze ai combattenti, avvertendo che non sarebbe la prima volta: “è già successo nei Paesi africani”. “I ribelli- ha detto ancora Zakharova- non avrebbero intrapreso una mossa così audace senza l’incoraggiamento e il supporto completo di forze esterne che mirano a provocare un nuovo ciclo di conflitto armato in Siria”. Affermazioni che seguono quelle del consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, si è detto convinto che l’offensiva è giunta nel momento in cui “i principali sostenitori del governo di Damasco, vale a dire Russia, Iran ed Hezbollah, appaiono più deboli e più esposti di prima”, e per questo avrebbero deciso “di trarne vantaggio”. Ieri il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso “allarme” per le violenze in corso dal 27 novembre, che avrebbero provocato già oltre cento morti, avvertendo che la spirale di violenza peggiorerà la crisi umanitaria che da anni già colpisce milioni di siriani.
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