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ROMA – La militanza nei centri sociali, la musica con gli Onda Rossa Posse, prima, e con gli Assalti Frontali, dopo, l’occupazione con il movimento studentesco Pantera, nel 1990, delle università. Luca Mascini, in arte Militant A, è uno dei pionieri del rap in Italia, un linguaggio con cui si è sempre impegnato politicamente e artisticamente, restando lontano dai circuiti commerciali e istituzionali, fatta eccezione per il mondo della scuola. Da oltre 10 anni infatti, con i suoi laboratori rap incontra bambine e bambini, ragazze e ragazzi.
“La vita è fatta di occasioni e di incontri- racconta Militant A ai microfoni della Dire- bisogna saperli vedere. Come negli anni Ottanta ho avuto la fortuna di far parte di quel periodo rivoluzionario che è stato l’origine dell’hip hop di strada, diversi anni dopo ho avuto la fortuna di incontrare una dirigente scolastica visionaria: Simonetta Salacone. È stata una donna straordinaria, ha fatto la storia della scuola pubblica, laica e solidale, a Roma e in Italia. Mia figlia faceva le elementari all’Iqbal Masih, al Casilino, quella scuola era come una casa. Simonetta mi ha fermato e mi ha detto: tu che fai rap, perché non vieni a farlo a scuola?”. Un progetto pilota partito da Roma Est e ancora in viaggio.
Il libro ‘Cambiare il mondo con il rap’ (Momo Edizioni) è il racconto in presa diretta, ma anche un diario e un romanzo, del laboratorio che Luca Mascini continua a tenere con giovani di ogni età e estrazione sociale. Ecco allora un altro volto del rapper e scrittore: quello di ‘arteducatore’: “Educatore suona austero. Educare a cosa? A quali regole? Arteducatore è più bello, è musicale, allude alla radice della parola educare: ex-ducere, tirare. Dunque io tiro fuori cosa? Il fuoco che i ragazzi hanno dentro. Ascolto. Cerco. Scavo con la poesia. Non insegno a diventare rapper, quello si impara per strada, avvicino i ragazzi alla bellezza dell’arte. Questo produrrà un effetto su di loro che cercheranno di ritrovare ancora, perché l’arte emancipa dal vuoto, ci fa esprimere e volare”.
“La pubblicazione- spiega il rapper- non è un lavoro sociologico o antropologico, l’obiettivo è portare lettrici e lettori dentro i laboratori: fargli vivere il rapporto in classe. Otto milioni di ragazzi ogni mattina entrano a scuola e si sentono prigionieri: provano ansia. La scuola pubblica, laica e solidale è la conquista di 200 anni di lotte, questo voler scappare è una sconfitta. Il rap è il linguaggio di tre milioni di giovani. Utilizzarlo è importante”.
Inevitabile, a questo punto, parlare insieme di povertà e emergenza educativa. Militant A è convinto che siano necessari grossi investimenti nel mondo della scuola: “A Caivano non serve repressione, le scuole dovrebbero essere aperte mattino, pomeriggio e sera. Nei miei laboratori per esempio si parla, di relazioni soprattutto. Bisogna intervenire il prima possibile, perché bambine e bambini non crescono da soli, crescono con le famiglie, con le scuole ma anche con la musica. Al ministro Valditara- aggiunge- manderei volentieri una copia del mio libro. Vorrei dirgli che questo è un momento importante: i linguaggi del rap e dell’arte in generale dovrebbero entrare nelle scuole e nella didattica, avere pari dignità con le altre materie, perché nelle arti ci sono l’italiano, la storia, le scienze, i diritti”.
Non è un caso che le classi del primo laboratorio, alla scuola Iqbal Masih, abbiano rappato sulla Costituzione: “Articolo 1 prezioso più dell’oro, c’è scritto sopra che ognuno un giorno avrà un lavoro…”. “La Costituzione- scrive il rapper- è la madre di tutte le leggi, ci sono i valori generali della vita in Italia. Studiarla è complicato ma il rap può renderla semplice”.
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