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Messi segna anche nella sua partita numero 1.000: come nasce la marcatura operaia

Nell'ottavo di finale dei Mondiali tra Argentina e Australia, la Pulce si crea la rete che apre la strada dei quarti inseguendo e perseguitando il terzino avversario Behich

Pubblicato:04-12-2022 11:51
Ultimo aggiornamento:04-12-2022 11:52

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ROMA – Tutti gli occhi erano su di lui. Gli occhi di tutti sono sempre puntati su di lui. Messi è una calamita, non più un uomo. Ma il primo gol in una fase a eliminazione di un Mondiale – per uno che segna poco meno di un gol a partita da venti anni – è arrivato alla sua partita numero 1.000.

Contro l’Australia, 18 anni e 48 giorni dopo l’esordio con il Barcellona. Alla 169esima presenza con l’Argentina, per la quale ha segnato 94 volte, dopo aver collezionato 778 uscite con il Barcellona e 53 con il Paris St-Germain. Il nono gol in Coppa del Mondo, uno più di Maradona, uno meno di Batistuta. Messi in precedenza aveva tirato in porta, in una fase a eliminazione diretta di un Mondiale 23 volte, tutte nel 2006, senza mai segnare. Le hanno contate. Perché di Messi tutto è stato misurato, dissezionato.

Dei 789 gol totali questo è speciale. Perché è il risultato di una frustrazione. Di un fastidio. Non è il momento in cui la palla entra in porta il “momento”, ma l’azione precedente, il movente. In quella sequenza di mosse ci sono due Messi in uno: quello sotto pressione per il destino che il mondo gli impone, e quello vintage, quello felice, quello che segna e che poi vince e pure se non vince va bene uguale.


Il vero “momento” scatta quando la Pulce insegue, perseguita, il terzino sinistro australiano Aziz Behich, nei pressi della linea laterale. A Behich non piace che Messi lo tormenti, che gli morda le caviglie, che lo tenga inchiodato lì. Perché non è il lavoro di Messi, quello. E tutti gli occhi del mondo, di rimbalzo, sono su di lui. Messi lo costringe a commettere un errore. Behich si volta e afferra la maglia di Messi, e lo spinge, e perde il controllo. Behich è incazzato nero. Ecco la frattura del tempo. Pochi secondi e gli concede l’inutile calcio di punizione dalla rimessa laterale che alla fine produrrà il gol dell’Argentina, l’inizio della fine australiana.

Ciò che dopo arriva è la magia di Messi. Il suo stato dell’arte abituale. Una liberazione dalla contrizione per quello 0-0 non ammissibile. Anche Messi era infastidito da Behich tanto quanto lui infastidiva Behich. Un operaio di 31 anni che gioca in Scozia, sullo stesso piano (inclinato) del miglior giocatore del pianeta. Ecco come funzionano i Mondiali, quello spazio slegato dalla razionalità in cui uno come Messi ha dovuto aspettare la sua partita numero 1.000 per andare a segnare il suo primo gol in una fase ad eliminazione. Dopo essersi abbassato a rincorrere forsennatamente un operaio australiano messo lì, pure lui, dal destino.

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