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Reddito di cittadinanza, Catalfo: “Non si tocca, è misura giusta e rivoluzionaria”

"Ha permesso a oltre 3 milioni di persone di uscire da una condizione di povertà", dice la ministra del lavoro

Pubblicato:04-12-2020 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:42
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ROMA – “In questi giorni sto leggendo alcune strumentalizzazioni e attacchi contro il Reddito di Cittadinanza. Qualcuno vorrebbe addirittura cancellarlo. Voglio essere molto chiara: come ha detto anche Luigi Di Maio, il Reddito di Cittadinanza non si tocca. Parliamo di una misura che ha permesso a oltre 3 milioni di persone di uscire da una condizione di povertà e di esclusione sociale, e di recuperare la propria dignità”. Lo scrive su facebook al ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

“Parliamo- aggiunge la ministra- di una misura che sta aiutando 1,3 milioni di nuclei e centinaia di migliaia di minori e anziani che altrimenti sarebbero abbandonati. Parliamo di una misura che ha contribuito e sta contribuendo a garantire alle famiglie più in difficoltà un riparo sicuro dalla crisi economica causata dal Covid-19. Parliamo, cioè, di una misura giusta e rivoluzionaria. E come tutte le rivoluzioni, richiede tempo per essere portata a termine. Pensate che altri importanti Paesi europei, come la Germania, hanno impiegato diversi anni per realizzarla nella sua interezza”.

Insomma, il Reddito di Cittadinanza “deve essere completato e stiamo lavorando intensamente per farlo. Occorre ultimare la struttura di reinclusione lavorativa e sociale dei beneficiari. È importante lavorare sul rafforzamento del sistema dei servizi territoriali affinché il disegno del Rdc raggiunga pienamente gli obiettivi fissati anche in vista delle sfide che attendono l’Italia nel post-pandemia”.


Per Catalfo infine “strategico sarà il ruolo del piano nazionale straordinario di politiche attive del lavoro e formazione che sto definendo insieme alle Regioni e confrontandomi anche con le parti sociali, e che coinvolgerà tutti i lavoratori e i disoccupati, con una particolare attenzione a giovani e donne. Questo significa tutt’altro che abolirlo. Significa rafforzarlo”.

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