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Di Battista fa da sponda a Di Maio: “Sulla prescrizione ha ragione lui”

E sprona il M5s: "Avanti tutta, pensate alle vittime di Eternit"

Pubblicato:04-12-2019 13:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:42
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ROMA – “Ha ragione Luigi, la norma che blocca la prescrizione entrerà in vigore il 1 gennaio. Punto”. Lo scrive su facebook Alessandro Di Battista (M5s).

“Se poi il PD- aggiunge-, con Salvini, Meloni, Berlusconi e Renzi dovesse bloccarla se ne assumerà le responsabilità. Io non credo che questo accadrà anche perché se si andasse al voto anticipato molti renziani resterebbero a casa (dentro e fuori il PD), senza immunità parlamentare, a rischio intercettazioni e, mai come oggi, questo non gli conviene”.

“Oggi i ‘pali’ renziani rimasti nel PD, in perfetto stile berlusconiano, parlano della legge (già passata in Parlamento) che bloccherà la prescrizione dopo la sentenza di I grado, di ‘una provocazione del M5S’. Si dovrebbero vergognare”, prosegue.


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“I politici del PD che osano mettere a rischio questa norma di civiltà dovrebbero avere il coraggio di andare dai familiari dei morti di Casale Monferrato, guardargli negli occhi, e imbastire le ormai ventennali supercazzole sul tema”, aggiunge.

IL CASO ETERNIT

“Avanti tutta Movimento, pensate a quelle vittime di Eternit e a nient’altro”, scrive su facebook Alessandro Di Battista (M5s).

“Stephan Schmidheiny- ricorda Di Battista- è un ricco imprenditore svizzero. Nei primi anni 70′ eredita Eternit, l’azienda di famiglia, e ne diviene amministratore delegato. Eternit produce materiali da copertura per l’edilizia. Eternit lavora con l’amianto e investe in Italia. Vengono aperti stabilimenti Eternit in Sicilia, a Bagnoli, a Rubiera, a Cavagnolo, a Broni, a Bari e a Casale Monferrato. Decine di migliaia di cittadini e operai respirano amianto per anni. In molti si ammalano di mesotelomia, una forma particolarmente violenta di neoplasia legata all’esposizione ad amianto”.

“Stephan Schmidheiny- prosegue- finisce sotto processo per disastro ambientale doloso. Il processo partì grazie all’azione legale collettiva portata avanti da 6000 persone che chiedevano il riconoscimento dei danni causati dalla morte di circa 3000 persone, più o meno il numero di morti dell’attentato alle Torri Gemelle. Nel 2012 una sentenza storica condanna Stephan Schmidheiny a 12 anni di carcere. Nel 2013 l’appello conferma la condanna in I grado aumentando la pena per Schmidheiny a 18 anni. Tuttavia, l’anno dopo, la Cassazione annulla la condanna estinguendo il reato per prescrizione. Anni di processi, denaro pubblico e soprattutto la sacrosanta sete di giustizia dei familiari delle vittime vengono spazzati via dalla prescrizione, un istituto giuridico amato da potenti e politici sempre alla ricerca di farla franca”. E aggiunge: “Se questa legge (ripeto, già passata in Parlamento) fosse stata approvata 10 anni fa il Sig. Schmidheiny (e molti altri) starebbe in galera, non a contare i soldi in una villa svizzera”.

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