ROMA – “Non sono responsabile della morte di questa ragazza, chiedo perdono e scusa alla madre e alla famiglia e rispetto il loro dolore”. A dirlo, alla terza corte d’assise di Roma, è Yussef Salia, nella prima udienza del processo per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina morta il 19 ottobre dello scorso anno in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo, a Roma. Salia, accusato con Alinno Chima, Mamadou Gara e Brian Minthe di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori, ha annunciato di voler ritirare la denuncia presentata contro i genitori di Desirée per omessa vigilanza sulla giovane. Secondo il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Stefano Pizza, i quattro avrebbero abusato a turno della ragazza dopo averle fatto assumere un mix di droghe che ne hanno provocato la morte. Oltre al Campidoglio e alla Regione Lazio, Telefono Rosa sarà parte civile assieme alle già costituite associazioni ‘Insieme con Marianna’ e ‘Dont’t worry – Noi possiamo Onlus’. Nell’aula bunker di Rebibbia erano presenti Barbara e Michela, rispettivamente mamma e zia della vittima.
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