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La Fiera di Bologna presenta il Motorshow 2016, e la Fiat ci sarà

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Pubblicato:04-12-2015 17:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:40

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Il presidente della Fiera di Bologna, Duccio Campagnoli

Il presidente della Fiera di Bologna, Duccio Campagnoli

BOLOGNA – Doveva essere la giornata di preview del Motor show 2015, con il tradizionale convegno organizzato in salone in cui si fa il punto sullo stato di salute del mercato dell’auto. Cancellata la manifestazione, è rimasto il convegno, che per la Fiera di Bologna è più: è una promessa, il ritorno del Motor Show in grande stile nel 2016.

Un assaggio di quello che sarà il salone dell’auto il prossimo anno è contenuto nei rendering illustrati in video e preparati dall’architetto Paolo Maldotti, curatore del padiglione ‘zero’ all’Expo di Milano. Più che un progetto, una suggestione. Ma oggi in molti ci mettono al faccia, a partire dal presidente della Fiera di Bologna, Duccio Campagnoli. “Non c’è un Motor show annullato o fallito, c’è un bel progetto sostenuto dal mondo italiano dell’auto”, garantisce. Ci mette la faccia anche Eugenio Razzelli, fino a giugno presidente di Magneti Marelli, arruolato da via Michelino come capo dell’advisory board che sovraintende all’organizzazione del salone. “Fiat-Fca è a bordo- assicura- ha dato il proprio commitment per il 2016”. Insomma, Fiat-Fca ha promesso che ci sarà. “Il Motor show 2016 sarà un grande successo”, assicura Gian Primo Quagliano, a lungo responsabile dell’Osservatorio di Promotor sul mercato dell’auto, oggi presidente di Econometrica. L’impennata delle vendite di automobili, spiega, sono il migliore viatico per la riuscita della kermesse. Razzelli stesso fissa l’obiettivo: 500.000 visitatori reali. E spiega quello che sarà il Motor show: “Una grandissima dealership multimarca“. Tradotto, un grandissimo concessionario multimarca con tutte le novità in uscita e la possibilità di toccarle con mano e testarle nelle aree esterne ai padiglioni. “Il pubblico deve poter fare quello che ha sempre fatto”, spiega Campagnoli.

Insomma, il format tradizionale del Motor show è da dimenticare: niente stand delle case con più modelli in mostra, ma, come spiega Maldotti, uno spazio di presentazione aperto, con i modelli più innovativi, “uno spazio democratico”, dove tutte le case avranno la stessa superficie. L’idea, dunque, è abbandonare la competizione sulle anteprime con i grandi saloni internazionali (Parigi, Ginevra, Francoforte), ma realizzare un evento dove l’appassionato italiano possa ammirare e, magari, testare, i nuovi modelli e le ultimissime novità del mercato, prima ancora che arrivino nella concessionaria sotto casa e, soprattutto, con un ampio ventaglio di scelta tra i vari marchi.


Ci sarà poi, un’area dedicata alle classiche d’epoca, auto di lusso, modelli rarissimi, un’area (immancabile, ormai) food ed una dedicata a tutto il resto della filiera dell’automotive, con il ricambistica e gli accessori. Naturalmente non mancherà la parte sportiva, con le gare nell’area 48, realizzate in collaborazione con Aci e Aci Sport. Tra un anno si capirà se il progetto avrà retto alla prova dei fatti. “Abbiamo lavorato con Autopromotec e Anfia, ma anche con le case automobilistiche. Abbiamo deciso di rinviare la quarantesima edizione edizione, perchè per essere seri bisogna pensare ad un Motor show ben organizzato, che l’anno prossimo tornerà anche nel calendario Oica”, motiva la cancellazione dell’edizione di quest’anno Campagnoli, spiegando che si è partiti forse troppo tardi con l’organizzazione e smentendo che ci siano stati problemi e strascichi legali dopo la rottura con Gl Events. “Il 7 aprile scorso abbiamo firmato l’accordo per il nuovo Motor Show e con loro non c’è stato nessun problema”, giura Campagnoli. La Fiera si prepara ad andare avanti nonostante la freddezza del contesto cittadino.

“Per Bologna è importante affermarsi come centro della Motor Valley, assumendo un ruolo di guida nella progettazione della mobilità del futuro. Nuova mobilità non vuol dire, però, fare il salone della bicicletta, che, peraltro, c’è già”, è la stoccata di Campagnoli al Comune ed, in particolare, agli assessori che si sono dimostrati più freddi nei confronti del salone dell’auto (vedi Matteo Lepore, che ebbe a definirlo un ‘format debole’). “Di nuova mobilità bisogna parlare seriamente”, è il messaggio del numero uno dell’expo.

Di Vania Vorcelli – Giornalista professionista

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