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Cyberbullismo, la casa è il luogo più pericoloso per un uso improprio di internet

La scuola, viceversa, e' considerata dai dirigenti intervistati un luogo sicuro, controllato, e solo lo 0,2% del totale segnala il possibile rischio

Pubblicato:04-12-2015 13:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:40

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cyberbullismoSecondo il 78,2% del panel di dirigenti scolastici consultati nell’ambito di un’indagine del Censis, in collaborazione con la Polizia postale e delle comunicazioni, gli studenti sono esposti a pericoli virtuali come a pericoli reali, e solo per il 17,7% internet rappresenta il rischio piu’ pericoloso. È a casa che il 90,2% dei rispondenti ritiene che sia piu’ alta l’esposizione a un uso improprio di internet, cui si aggiungono gli altri luoghi e momenti del tempo libero (9,6%).

La scuola, viceversa, e’ considerata dai dirigenti intervistati un luogo sicuro, controllato, e solo lo 0,2% del totale segnala il possibile rischio. Tra i pericoli del web, in una scala che da va da 1 (minima probabilita’) a 10 (massima probabilita’), i dirigenti indicano in primo luogo le prepotenze online che, se reiterate, danno luogo a vere e proprie forme di cyberbullismo (7), ma segnalano anche le insidie insite nella diffusione dei giochi online (6,4).

Minori ma non inesistenti sono ritenute le probabilita’ per uno studente di essere adescato online (5,4), di essere spinto verso qualche forma di disturbo alimentare (3,9) o di essere vittima di siti web che svolgono proselitismo religioso e/o terroristico (3,2). Il 54,9% dei dirigenti scolastici ha dovuto gestire negli anni casi di cyberbullismo, percentuale che sale ulteriormente tra i dirigenti delle scuole secondarie di II grado (59,3%).


Rendere i genitori consapevoli della gravita’ dell’accaduto rappresenta la principale difficolta da loro incontrata nella gestione dei casi critici (58,5%). Le Forze di polizia risultano essere i principali attori di supporto (73,6%) al 56,6% di istituzioni scolastiche che hanno organizzato incontri con i genitori su internet e i nuovi media. Il 51,2% degli intervistati afferma che nell’offerta di formazione e aggiornamento loro destinata non sia dato uno spazio sufficiente alle tematiche dei rischi di internet per i minori. Ancora maggiore (69,4%) e’ il fabbisogno di formazione per il personale Ata.

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