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Neonato con esofago chiuso, intervento senza precedenti a Rimini

A Rimini un intervento senza precedenti per pemettere a questo bimbo di pochi mesi, che aveva l'esofago 'chiuso', di poter mangiare normalmente

Pubblicato:04-11-2022 16:31
Ultimo aggiornamento:04-11-2022 16:31

neonato piedi
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BOLOGNA – A pochi mesi di vita, con una malattia congenita che di fatto gli chiudeva l’esofago, è stato operato a Rimini con un intervento senza precedenti per consentirgli di poter mangiare normalmente. Grazie a un filo guida, i medici hanno forato la chiusura e poi impiantato un palloncino e una protesi metallica di pochissimi centimetri, in grado di dilatarsi da sola. Il bimbo al momento sta bene, anche se il suo percorso di cura è ancora lungo.

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“Speriamo che questo primo e faticoso step possa rappresentare l’inizio di una strada su cui correre felice, in futuro, insieme ai suoi amici”, commentano gli specialisti dell’ospedale Infermi di Rimini. L’intervento è stato effettuato dall’equipe di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva guidata dal direttore Marco Di Marco, insieme ai colleghi della chirurgia pediatrica. Il bimbo era già seguito dagli specialisti dell’ospedale ed era già stato operato alla nascita per ‘atresia esofagea long gap”, una delle più comuni malformazioni congenite dell’apparato digerente che, appunto, interrompe l’esofago.


A causa di una errata differenziazione dalla trachea, l’esofago è separato in due parti che possono anche essere molto distanti tra loro e creare problemi di ricostruzione chirurgica. Il bimbo aveva già subito due interventi per correggere il difetto, ma presentava ancora una chiusura completa dell’esofago medio. Questo gli impediva ogni forma di nutrizione per via orale, possibile solo attraverso un tubicino collegato direttamente allo stomaco attraverso l’addome. “Considerando l’età del piccolo- spiega Di Marco- ci siamo trovati di fronte a una situazione decisamente critica e inaspettata, che richiedeva una scelta: interrompere la procedura e inviare il bimbo verso un ulteriore intervento chirurgico ricostruttivo; o tentare una strada particolarmente delicata e complessa, poi effettivamente percorsa”.

I medici di Rimini hanno deciso per la seconda opzione. Hanno dunque forato la chiusura dell’esofago del piccolo, “in modo da creare una via che ci avrebbe permesso di utilizzare tutti gli accessori di cui disponevamo per procedere con l’intervento- spiega ancora Di Marco- siamo quindi riusciti a bucare progressivamente la stenosi e ad oltrepassarla con un filo guida su cui abbiamo, successivamente, posizionato un dilatatore a palloncino, comunemente utilizzato dai cardiologi per il trattamento degli infarti con le procedure di angioplastica coronarica”. Dopo aver dilatato la chiusura, è stata posizionata una “protesi metallica autoespansibile e rimuovibile, lunga pochi centimetri e larga appena sei millimetri”, per mantenere e garantire l’apertura dell’esofago.

Un intervento complesso ed eccezionale, dunque, per la delicatezza della procedura, per l’età del piccolo (pochi mesi, appunto) e per la vicinanza con l’aorta e la trachea. “È la prima volta che un intervento endoscopico di questa portata e con queste caratteristiche è stato compiuto nella nostra regione, e forse in Italia, almeno nell’ultimo decennio”, afferma l’Ausl Romagna. L’operazione è stata “resa possibile dall’elevato grado di competenza di tutte le equipe coinvolte e dalla notevole esperienza endoscopica maturata nel tempo- aggiunge Di Marco- i controlli radiologici, ai quali il piccolo paziente si è sottoposto nei giorni e settimane successive all’intervento, mostrano la persistenza della protesi nella sua posizione di rilascio, che le permetterà così nelle prossime settimane di lavorare per il mantenimento della pervietà dell’esofago”.

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