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Coronavirus, Falcomatà: “Calabria zona rossa? È beffa, dovevamo attrezzarci”

"Sulla carta era prevista la realizzazione di un centro Covid regionale, l'assunzione di 500 unità di personale sanitario e l'aumento delle terapie intensive, ma tutto questo è rimasto lettera morta"

Pubblicato:04-11-2020 12:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:10
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REGGIO CALABRIA – “La beffa è che la Calabria dovrebbe essere zona rossa non tanto per l’indice Rt, per via del numero dei contagi, quanto per l’impossibilita’ di affrontare una nuova ondata di contagi a causa dei pochi spazi nelle strutture mediche e ospedaliere esistenti nella nostra regione”. Così alla Dire il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, aggiungendo: “È una beffa perché quando a marzo il virus ha bussato alle nostre porte ci ha dato una seconda possibilità, sapevamo che a settembre sarebbe tornato e ci saremmo dovuti attrezzare”. “Sulla carta – ha ricordato il sindaco – era prevista la realizzazione di un centro Covid regionale, le residenze Covid, l’assunzione di 500 unità di personale medico e paramedico a tempo determinato ed indeterminato, l’aumento delle terapie intensive a 136 posti letto, e semi intensive a 134. Tutto questo è rimasto lettera morta. Abbiamo difficoltà a dialogare anche con i commissari dell’Asp: il nostro Grande ospedale metropolitano ha visto anche bocciato il piano assunzioni”. “Questa – ha ribadito il primo cittadino – è la situazione che ci troveremo ad affrontare nelle prossime settimane. Noi continueremo a vigilare e battere i pugni affinché – ha concluso Falcomatà – chi di dovere si assuma le responsabilità del caso a garanzia non solo delle salute ma anche di tutte le categorie produttive e sociali che saranno coinvolte dagli effetti della zona rossa”.

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