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Trump e Biden testa a testa, ‘l’onda blu’ non c’è stata

Il nodo, in Pennsylvania come in Michigan e forse pure in Georgia, potrebbe essere sciolto solo a spoglio ultimato delle preferenze inviate per posta.

Pubblicato:04-11-2020 06:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:10

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ROMS – L'”onda blu” non c’e’ stata o almeno, per ora, non ha travolto Donald Trump. Il presidente, sfavorito nei sondaggi della vigilia, e’ anzi riuscito a conquistare alcuni degli “Swing States”, Stati in bilico che costituiscono la via obbligata per essere eletti alla Casa Bianca.

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Il nodo, in Pennsylvania come in Michigan e forse pure in Georgia, potrebbe essere sciolto solo a spoglio ultimato delle preferenze inviate per posta. Vale a dire tra ore o forse tra giorni: basti pensare che la Pennsylvania, uno degli Stati chiave con i suoi 20 “grandi elettori”, accetta voti fino a venerdi’.


“Pazienza” e’ stata la parola chiave utilizzata da Joe Biden, lo sfidante democratico, nella notte elettorale americana. “Siamo in corsa per vincere, anche se sappiamo che ci vorra’ un po’ di tempo perche’ ogni voto possa essere contato” ha detto dal suo quartier generale a Wilmington, in Delaware. “Sapevamo che sarebbe durata molto, forse fino a domani, forse di piu'”. Biden si e’ detto soddisfatto per i primi risultati, in Arizona, in Minnesota e perfino in Georgia. “Siamo ancora della partita” ha aggiunto riguardo a questo Stato, dove pure i repubblicani e Donald Trump sono in vantaggio.

La chiusura del discorso e’ stata invece sugli Stati dove il conteggio dei voti per posta potrebbe determinare i ritardi piu’ significativi: Wisconsin, Michigan e soprattutto Pennsylvania. “Vinceremo la Pennsylvania – ha insistito Biden – ma ci vorra’ tempo“.

Che non tutto sia andato come sognava lo ha scritto stamane il New York Times. “I democratici speravano in una valanga di voti e ora si mordono le unghie” il titolo di sintesi. Negli articoli c’e’ il racconto dell’affermazione di Trump in Florida, il terzo Stato del Paese per numero di grandi elettori e pure un simbolo politico: in tanti tra i votanti delle comunita’ ispaniche non avrebbero scelto Biden nonostante nel 2016 avessero dato fiducia (invano) alla democratica Hillary Clinton. Saranno comunque decisivi gli Stati del Midwest e della “Rust Belt”, la “cintura arruginita”, quella delle periferie operaie. Trump si e’ aggiudicato l’Ohio, che storicamente e’ la cartina tornasole delle tendenze vincenti a livello nazionale. E anche in Michigan e Wisconsin, pure “Swing States”, e’ in testa anche se in attesa dello scrutinio dei cosidetti “absentee ballot”.

Risultati sui quali ora il presidente fa leva: “Andiamo alla grande, ma stanno cercando di rubare le elezioni” ha accusato su Twitter a notte inoltrata. “Non glielo lasceremo fare; i voti non possono essere contati dopo che le elezioni sono finite”. Il post e’ stato subito segnalato e rimosso da Twitter, che l’ha etichettato come “controverso” e potenzialmente “fuorviante in merito alla modalita’ di partecipazione alle elezioni”.

Quel che resta, in attesa sia raggiunta la soglia dei 270 “grandi elettori”, con Biden per ora in vantaggio per 220 a 213, sono le tossine di una campagna elettorale al veleno. “Gli Stati Uniti non sono mai stati cosi’ divisi” ha detto padre Aniedi Okure, direttore a Washington dell’alleanza Africa Faith and Justice Network (Afjn). Origini nigeriane, una vita a Washington, e’ un “vicino di casa” del presidente americano. Con la Dire ha parlato delle manifestazioni nel piazzale antistante alla Casa Bianca ma soprattutto di “una retorica divisiva” che in 30 anni non aveva mai visto. “Siamo arrivati a considerare chi ha un’opinione diversa dalla nostra come un nemico che non merita di vivere” ha denunciato il missionario. ”

Questa mentalita’ sta permeando tutto, arrivando dai massimi leader giu’ fino alla base della societa’”. Secondo padre Okure, l’esito del voto resta incerto nonostante i primi segnali siano “a favore” dello sfidante democratico Joe Biden: “Trump puo’ ancora vincere”.

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